L’attaccante classe 1996, tra i grandi protagonisti della promozione in Serie B del Cosenza, si racconta: “Ho fatto tanti errori, ma adesso ho deciso di fare davvero il calciatore”
Dal sogno iniziato sabato sera non ha alcuna intenzione di svegliarsi. Gennaro Tutino scende dal e si ritrova immerso in una nuova marea rossoblù. Il San Vito-Marulla è strapieno, quella iniziata a Pescara è solo l’inizio della festa per la promozione in Serie B.
Tutino, autore del secondo gol nella finale playoff vinta contro il Siena e simbolo della stagione trionfale rossoblù, cammina verso il centro del campo insieme ai suoi compagni. Poi si ferma un attimo, cerca con lo sguardo la sua fidanzata: corre da lei per un bacio e un abbraccio veloce, poi ‘scatta’ nuovamente verso i tifosi. Nel suo cuore, nel giorno della festa, c’è spazio solo per il Cosenza.
E’ emozionato Gennaro, il suo viso non mente. “Guardando i miei occhi si può capire che non ho ancora realizzato quello che abbiamo fatto. Abbiamo compiuto un’impresa incredibile, impensabile. Siamo tutti contentissimi e lo siamo soprattutto per questa gente (indica con la mano gli spalti del San Vito-Marulla, ndr). Durante il giro in città con il pullman ho pianto percino a GianlucaDiMarzio.com.
Lui che da piccolo voleva fare il ballerino adesso, con i suoi gol e le sue prestazioni, ha fatto danzare tutta Cosenza, nella stagione in cui forse in pochi si aspettavano la Serie B. “Siamo partiti male, se devo indicare la svolta della stagione dico che qualcosa in noi è cambiato dopo la sconfitta nel derby con il Rende per 3-0. I nostri tifosi ci hanno contestato, è stato il momento peggiore della stagione”, prosegue Tutino.
Da quel momento in avanti però è scattato qualcosa: “Ci siamo chiusi nello spogliatoio, abbiamo parlato tra di noi per capire le cose che non andavano bene, ci siamo uniti ancora di più e secondo me è quello che ci ha dato la forza di fare quello che poi siamo riusciti a fare”, le parole dell’attaccante classe 1996 arrivato a Cosenza la scorsa estate in prestito dal Napoli.
Il pubblico dagli spalti canta forte il suo nome, Gennaro alza la mano e ringrazia. Il suo sogno è lo stesso di una città intera, Cosenza, tornata ‘grande’ dopo 15 anni. “Io sono contentissimo per la mia stagione, non venivo da annate positive, lo so bene”, racconta Tutino. Talento enorme che in passato è stato cercato dalle big italiane ed europee, ma che ha rischiato più volte di buttarsi via definitivamente. “Ho fatto tanti errori in passato, lo so. Non ho mai avuto la testa giusta per fare il professionista. La verità è questa. Quest’anno però ho deciso di fare le cose per bene, ho deciso di fare il calciatore”, racconta Tutino.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: 7 gol in stagione regolare, 1 in Coppa Italia e soprattutto 4 reti (e quattro assist) nei playoff. Una svolta dalle mille sfaccettature, tra queste anche l’alimentazione. “Prima non curavo questi aspetti, ora sono diventato molto pignolo in questo. L’alimentazione è uno degli aspetti di quell’essere professionista a cui prima non ero attento. Un professionista se vuole rendere al massimo deve curarsi, deve stare bene fisicamente e l’alimentazione insieme al riposo è la cosa più importante”, ha proseguito Tutino.
Che nel giorno della festa del Cosenza ha parole dolcissime per tutto il popolo rossoblù. “Ringrazio mia mamma e mio padre che mi sono sempre stati vicini anche nei momenti più difficili, così come tutta la mia famiglia, mio fratello e la mia ragazza Arianna. E poi tutto l’ambiente Cosenza: i dirigenti, l’allenatore, il direttore sportivo, il presidente. Sono tutte brave persone che mi hanno aiutato nella mia crescita”, le parole dell’attaccante.
Cartellino di proprietà del Napoli, ma un futuro ancora tutto da decidere. E chissà che nella prossima stagione Tutino non indossi ancora la maglia del Cosenza… “Ho fatto una chiacchierata con il mio procuratore Vincenzo Pisacane e mi ha detto adesso di non pensare a nulla, ma di godermi le vacanze. Io sono stato bene a Cosenza e mi piacerebbe tornare, però non so la strada della vita dove mi porterà. Comunque a prescindere da come vada, ringrazierò sempre questa società, questo stadio e questo pubblico che veramente mi hanno fatto sentire importante. Sì, Cosenza mi è rimasta nel cuore”. Un amore decisamente reciproco.
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