Ho letto che i nazionali juventini hanno effettuato un allenamento in disparte dal resto dei convocati. E sulle prime mi sono chiesto dove fosse l’interesse della notizia. Poi ho preso atto che sulla stampa e su alcuni siti locali faceva capolino una polemica. L’evento era giudicato come un atto di favore alla società bianconera. Tanto da costringere Prandelli a chiarire …. Devo dire che quasi non credevo a quello che leggevo.
E voglio dirlo con estrema franchezza. Questa volta sono con Prandelli. Senza ma e senza se. Polemizzare sugli allenamenti dei nazionali mi sembra illogico, ingiusto e inopportuno. Anzi… ridicolo.
Di ognuno di questi aggettivi proverò a dare una motivazione.
Illogico perché si parla senza cognizione di causa. Senza conoscere metodi e tradizioni nella gestione dei convocati in nazionale. A me sembra del tutto ragionevole che i calciatori che portino dalla casa madre una scheda specifica facciano un allenamento mirato. La cosa può avere mille e una giustificazione. Tecnica, sanitaria … Piuttosto se una cosa mi stupisce è che ci siano calciatori (se ce ne sono) che si presentano senza indicazioni. Che arrivino in ritiro senza “ i compiti da fare a casa”. Non è per caso questo un sintomo di superficialità nella gestione degli atleti?
Ingiusto perché rischia di gettare un’ombra su un galantuomo come Cesare Prandelli. Un uomo che ha dato sempre prova del suo spessore umano. Penso ad esempio a quando si dimise prima dell’inizio del campionato, a causa della grave malattia che aveva aggredito la moglie. Un tecnico che fa del garbo e della moderazione uno stile di vita.
Inopportuno perché contribuisce a accreditare l’immagine piagnona dei napoletani. Come fossero sempre pronti a temere che qualcuno non gli dia il dovuto. O che qualcuno gli tolga qualche cosa dal piatto. Come si fa a non capire che una protesta su un’ipotesi tanto evanescente di favoreggiamento ha come unico risultato un danno di immagine. Tanto più che mantenere un clima sereno intorno alla nazionale dovrebbe essere interesse di tutti.
Ma ad essere sincero la cosa che più mi ha addolorato è che così si rischia il ridicolo. Ridicolo, leggendo il dizionario, è “ciò che provoca derisione per la sua goffaggine, assurdità, ciò che non merita considerazione, per la sua inadeguatezza o per la sua assurdità”. Quindi è quanto di peggio possa capitare ad un uomo, ad una squadra, ad una società. E lascia un segno che ci vuol tempo a cancellare.
E visto che ci troviamo parliamo anche del piccio preventivo. Evitiamo di esternare timori sull’arbitraggio di Torino. Se l’arbitro sarà bravo lo diremo. Se sarà scadente lo criticheremo. Ma a posteriori.
Questa squadra è forte. Tecnicamente. Tatticamente. E dal punto di vista societario. Come non lo era da tanti e tanti anni. E certamente è in grado di giocare alla pari con la Juve. Sulla sua forza dobbiamo appuntare le nostre speranze. Su di essa affondare il nostro entusiasmo. Per carità . Non mi abbandono a una facile esaltazione. Il match è difficile e lo sappiamo tutti molto bene. Ma la Juve non ha in organico , a parte Pirlo, fuoriclasse autentici ( oggi si usa dire top player) come Cavani, Hamsik, Pandev. In grado di cambiare il corso di una partita con un colpo. Capaci di rovesciare qualunque risultato. Altri argomenti sono per me fuori luogo.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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