Nando Troise, direttore de “Casoriadue” ed editorialista di “IamNaples.it” (nonché direttore sportivo della Scuola Calcio Luigi Vitale) è, questa sera, uno degli ospiti di Corner, trasmissione condotta sulle reti dell’emittente televisivo TeleAkery dal collega Michele Sibilla. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di IamNaples.it in seguito all’interessante intervento dell’esperto giornalista partenopeo:
Firenze, punto guadagnato– “La gara di Firenze? Nonostante ci sia qualche recriminazione per il colpo di testa sbagliato da Goran Pandev, che non è più il giocatore del triplete nerazzurro, e per lo svarione di De Sanctis in occasione del lancio sbagliato di Roncaglia, non mi sento di dire che gli azzurri hanno buttato due punti. Il Franchi è un campo molto ostico e la Fiorentina una grande squadra allenata da un grande allenatore, Montella, che è tra l’altro, uno di noi, un napoletano puro sangue. Nell’analisi dopo partita ho parlato proprio col mister originario di Castello di Cisterna: a mio parere considerare la Fiorentina una squadra in crisi per le due sconfitte consecutive è sbagliato. I Viola sono incappati in una serie negativa di risultati per l’assenza di un bomber vero, gli uomini di Montella non segnavano da quattro giornate, cinque con l’ultima, dato che considerare un vero e proprio gol quello di Roncaglia, sarebbe un eufemismo; nonostante ciò non ho visto una squadra impacciata, anzi.”
Campagnaro, separato in casa- “Jovetic? E’ stato annullato dal signor Campagnaro, un giocatore che sta onorando al massimo la maglia nonostante sia quasi un ex, anche a detta di Bigon. A mio parere quella di Campagnaro, e lo certifica la gara di domenica, sarà una grande perdita: non abbiamo un difensore veloce di piede, tranne lui; tutti gli altri uomini della retroguardia sono veri e propri stopper. Anche in mezzo al campo abbiamo carestia di incontristi puri: c’è solo Behrami”.
Post-Reja- “Una riflessione: guardate chi c’è dietro alla Juventus, due realtà, Lazio e Napoli, che hanno giovato, prima delle attuali gestioni di Petkovic e Mazzarri, della gestione di Edy Reja, un grandissimo allenatore che ha seminato molto bene, a quanto pare. I blocchi azzurri e biancocelesti sono, per grande parte, opera del tecnico vicentino”.
Solidarietà tra colleghi- “L’errore di De Sanctis? Non si può parlare di una gaffe o una papera come quando un estremo difensore lascia che la palla gli scivoli di mano, qui è diverso: credo che gli dei del calcio, domenica, abbiano deciso che Morgan De Sanctis, a fine carriera, sarebbe dovuto incappare in una situazione del genere e così è stato. Taglialatela? L’ha difeso e ha fatto bene, si è comportato da uomo di campo e ha capito che quelli come questo sono episodi che possono capitare a chiunque. Poi, da ex numero uno azzurro, ha forse un pò esagerato nella difesa dell’attuale portiere del Napoli, ma è una cosa che si può capire.”
Ospitalità meridionale- “I colleghi del Nord? E’ molto più frequente che un giornalista venga qui in Campania e prenda il suo bel gettone di presenza, piuttosto che capiti l’inverso: è molto raro trovare uno di noi a Telelombardia o TeleTrento, mentre ci sono personaggi quali Zazzaroni o altri che sono volti molto noti anche per quanto concerne il giornalismo prettamente nostrano.”
Capitolo Cavani- “Edinson Cavani è un giocatore unico nel suo genere, meglio di lui c’è solo Messi. Non sono sicuro nemmeno che Cristiano Ronaldo gli sia superiore, ma che, con Van Persie, sia al suo livello. Inoltre è una persona molto seria e religiosa, basti pensare che, visto che la sua fede lo vieta, è uno dei pochissimi calciatori al Mondo a non avere nessun tatuaggio. Questo sta a significare che il ragazzo ha dei valori a cui tiene molto e che non mentirebbe mai: vuole rimanere a Napoli e spero che questo suo desiderio possa avverarsi, perché è la volontà di tutti quelli che amano i colori azzurri. Russia o Arabia? Non ci andrebbe mai. Perché viene accostato spesso ad altre realtà? Perché altrimenti non si saprebbe di cosa parlare: fino a Giugno pensiamo solo al bene della squadra. E’ un discorso analogo a quello di Mazzarri perennemente partente.”
Scouting e mercato- “Sono rimasto esterrefatto nel sentire Mazzarri parlare di un Donadel in pieno recupero fisico e poi vedergli preferire Dzemaili nel momento di sostituire Behrami, che per ruolo assomiglia più all’italiano che all’ex Parma e Torino. Mi chiedo: a che serve investire nei vari Fideleff, Uvini, Fernandez e compagnia se poi non gli si da, non so se a torto o meno, una chance di giocare?! Calaiò? Un grande attaccante ed una persona squisita, benvoluta nello spogliatoio e amato dalla Piazza, che per venire a Napoli ha rifiutato altre offerte ma, comunque, un calciatore di 31 anni che avrà altre tre stagioni in azzurro.”
La Redazione
M.P.
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