«Il silenzio è d’oro» . Spesso, spessissimo. E di certo è servito nella vicenda intricata che, dell’ultimo mercato del calcio, è stata centro di gravità permanente. Dal lunedì alla domenica, ogni giorno una destinazione, uno sceicco, un magnate: Cavani al Chelsea, al City, al Psg, all’Inter, alla Juve. E il Matador? Zitto. Come il Napoli e come il suo manager, Pierpaolo Triulzi, 40 anni, poliedrico imprenditore e agente Fifa romano, con un passato a New York, un presente di vita a Buenos Aires e una filosofia: «Fatti, non parole» . E’ lui, il gentiluomo del silenzio dorato: mai una polemica, mai la fanfara nei quattro mesi di trattativa con De Laurentiis che hanno portato al matrimonio dell’anno (fino al 2017). «Lavoro così» . Lavora, come Edi, che ieri mattina è partito per Panama, tappa intermedia del viaggio che lo porterà a Barranquilla, in Colombia, a sfidare i Cafeteros di Zuniga per le qualificazioni mondiali, lasciando questo tweet: «Contento per la vittoria con la Fiorentina. Ora in Nazionale!» . Gioia. Come l’altra immensa, taciuta e coccolata nel cuore: la sua Maria Soledad detta Sole è in dolce attesa del secondo figlio. Un altro piccolo Cavani napoletano. Napoletano: come il papà.
Triulzi, che estate dura…
«Bella, però: certo, da maggio i momenti di tensione non sono mancati, ma alla fine De Laurentiis ha praticamente acquistato un’altra volta Edi».
Mantenendo la sua parola con il popolo e dando soddisfazione all’uomo da 68 gol in due anni e 3 partite, quelle giocate in questo avvio di stagione 2012-2013.
«Di strada ne abbiamo fatta, insieme: due mesi fa il presidente non voleva neanche sentir parlare di ritocco, ma poi ha deciso di fare l’investimento su Cavani, sfondando anche il tetto salariale».
Oggi il Matador ha uno stipendio che in Italia hanno in pochissimi, commisurato al suo valore.
«Sì, ma la sua scelta di sposare Napoli fino al 2017 è nata da una valutazione globale, non soltanto economica: ama la città e il popolo, l’affetto che riceve. E’ felice in questa società. Vuole vincere e sa di poterci riuscire».
Gira una storiella: quest’anno l’aumento ma con la promessa di cessione nel 2013…
«Una sciocchezza assoluta. Ma scherziamo? Per quanto ci riguarda, la scelta è definitiva: abbiamo firmato fino al 2017 per restare a Napoli, e l’inserimento della clausola da 60 milioni di euro è stata un messaggio del club. Del tipo: Cavani è blindato. Stop. Poi, se un domani arriverà un pazzo con la somma, cosa secondo me quasi impossibile, si vedrà».
Il momento clou della trattativa?
“La riunione di Cardiff organizzata da De Laurentiis con Bigon. Il presidente è uno straordinario imprenditore, geniale nel suo istinto, ma il lavoro di Bigon è stato fondamentale per questo rinnovo: è un grande ambasciatore del Napoli e dei rapporti con i calciatori».
Circola un’altra storia: pochi giorni fa sono stati offerti, e rifiutati, 50 milioni di euro per Cavani.
«Dico solo che il Napoli non ha mai voluto trattare con nessuno e che, sì, ha rifiutato un paio di grandi offerte».
Da quanto conosce Edi?
«Da quando aveva 16 anni: lo notai a un raduno del Danubio per l’eleganza nella corsa e non ci siamo mai più separati. Mi ha sempre detto: ‘Vorrei che fossi per me, ciò che Coppola è stato per Maradona’ . Un fratello maggiore, un amico, un membro di famiglia. Ha qualità umane uniche».
Lei rappresenta anche Cirigliano. Che piace al Napoli.
«In prospettiva sarà il miglior centrocampista d’Argentina. Piace, ma ne parleremo tra un anno. Il silenzio è d’oro».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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