CASA, DOLCE CASA. Sarà il profumo di casa, che Hamsik avverte incrociando lo Slovan, sarà anche la consistenza dell’avversaria o l’inevitabile rigurgito di classe orgogliosa, ma il capitano si diverte, sente la partita, illumina Callejon (26’) che la butta sull’esterno rete e comunque sfrutta la serata per godersela un po’. Il resto è accademia, una scelta (condivisibile) di rischiare ma con giudizio, fase di palleggio prolungata e poc’altro ancora, ad esempio il rigoroso rispetto delle linee e un’attenzione difensiva per concedere ad Andujar un debutto senza «macchie».
LA TESTA. E’ al Milan (pure in curva, che intona: «a Milano undici leoni»), magari al Parma, certamente alla Juventus: il campionato ha la priorità, ma la Supercoppa è un evento al quale non ci si può sottrarre e poi lo Slovan non induce in distrazioni, semmai spinge Inler (34’) a provarci da lontanissimo e a Ghoulam (2’ st) di vedersi murato da Hudak. I contenuti tecnici sono impalpabili, causa assenza d’interlocutore per il Napoli, però Mertens vuole divertirsi e s’inventa un’edizione circense di se stesso, con veronica ed esterno a girare di poco sulla traversa. Allora, meglio scaldare la gamba, aspettando san Siro, e tentare soluzioni per aggirare il centrocampo (inizialmente a cinque) dello Slovan, per regalarsi qualche vibrazione che scaldi, prima di salutare (per rifiatare).
BOMBER. Al di qua dei numeri, c’è poi José Maria Callejon, che s’è fermato il primo novembre, con la Roma, e non si è ancora ritrovato: ha corsa (non brillante) e la generosità di sempre, ma gli viene il «piedino», non annusa la porta e statisticamente resta distante dai suoi standard, e si ritrova in «quarantena» nonostante una fetta di serata da prima punta, forse per aiutarlo a sbloccarsi.
SI CAMBIA. Lo Slovan ondeggia svagato, poi sceglie di provare a certificare la sua esistenza, rifugiandosi in un 4-3-3 che è puramente scolastico e che Zapata (24’) prende a pallate dalla distanza, tanto per tastarsi, per far le prove d’un gol che è nelle corde (il terzo consecutivo, dopo quelli alla Sampdoria ed all’Empoli), che insegue ed afferra con caparbietà (30’) e pure con una ostinata giocata che suggerisce partendo e travolgendo da destra, appoggiandosi prima su De Guzman e poi sul cross di Ghoulam. Eh sì, serviva anche a Zapata per dimostrare che c’è e ora lotta assieme al Napoli.
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