Trent’anni dopo la storia si è ripetuta. Un signor Rossi che dice no al Napoli. Il primo fu Pablito, l’eroe del mundial spagnolo vinto dall’Italia nell’82. L’altro è Pepito, il bomber che si è preso la copertina del campionato a suon di gol e soprattutto con la tripletta che ha steso la Juve. Rossi e il Napoli si incontrano la prima volta nel dicembre 2011, rivali in Champions. Il giocatore piace da morire a Walter Mazzarri, si fa avanti De Laurentiis che poche ore prima della sfida tra spagnoli e napoletani, incontra a pranzo Roig, il numero uno del Villarreal. «Voglio Rossi» è la richiesta. «Se ne può parlare» è la risposta. Il Napoli vince, Rossi è in tribuna, infortunato. Roig e De Laurentiis decidono di riaggiornarsi. «Guarda che possiamo prendere Rossi ma è fermo per un grave infortunio e non si conoscono i tempi di recupero» dice De Laurentiis a Mazzarri che replica: «Presidente faccia l’impossibile, quello lì lo voglio anche zoppo». Detto, fatto: a gennaio De Laurentiis è a Los Angeles, nel cuore della notte sveglia il dg Fassone: «Organizza subito una call-conference con Roig: prendiamo Rossi». Trattativa veloce in video tra Napoli, Villarreal e Los Angeles: si chiude a 20 milioni. Il ds Bigon chiama Pastorello jr, procuratore del giocatore, e lo mette al corrente del felice esito: bisogna solo avvertire Rossi, nel pieno della rieducazione al ginocchio operato, ma sembra una formalità. Sembra, però. Rossi sorprende tutti: «Non lo so se me la sento di andare a Napoli». Nell’operazione entra Morgan De Sanctis, compagno di Rossi in Nazionale, con il quale condivide il procuratore: gli descrive il San Paolo, la passione della gente, gli illustra i piani ambiziosi della società. Niente da fare. Il Napoli si defila ma non scompare dalla scena. Si rifà sotto quando Pepito è ormai avviato verso il completo recupero. Roig dice ancora sì e parla con Rossi che è ancora una volta gelido: «Non me la sento». Il profilo mezzo americano del bomber (nato negli Usa da madre statunitense e da padre italiano) piace a De Laurentiis che sferra l’ultimo attacco. Il rifiuto è definitivo: «Questioni ambientali» fa sapere Rossi, il problema non è il Napoli ma Napoli come città. Così arriva la Fiorentina, offre molto meno del Napoli ma porta via Giuseppe Rossi, ribattezzato Pepito da Enzo Bearzot per la sua somiglianza con Pablito. Un altro signor Rossi, un altro no. Trent’anni dopo la storia si è ripetuta.
Fonte: Il Mattino
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