Acquasanta e scaramanzia. Il sacro e il profanatore della Catedral: Valverde va in pellegrinaggio da Nuestra Senora de Begona per eliminare il Napoli, e Rafa risponde con il talismano Gonzalo Higuain. Proprio lui, il Pipita, una catastrofe per l’Athletic: 9 i gol realizzati dall’attaccante argentino a quelli di Bilbao nelle 11 partite giocate contro, l’ultimo dei quali datato martedì. Cinque giorni fa, fresco fresco. E ora, sotto con il San Mames: mercoledì toccherà a lui il ruolo del salvatore della patria. Ancora a lui.
IL COCO. E allora, la storia che alimenta il mito. Perché se la rabbia e gli occhi di brace esibiti davanti alle telecamere dopo il pareggio del San Paolo fanno ben sperare in termini di carica, non è da meno l’analisi statistica: da gennaio 2007, e dunque dal suo arrivo in Europa, Gonzalo ha graffiato la pelle dell’Athletic otto volte in Spagna, in 10 sfide di Liga, e una volta in Champions con la maglia del Napoli. Cambia squadra e anche la competizione ma non perde mai il vizio, si direbbe: muy bien . Nella fattispecie, Higuain ha collezionato 6 reti da padrone di casa – 5 al Bernabeu e una al San Paolo – e 3 al San Mames. La Catedral: profanatore e poi anche Coco di Bilbao, l’iberica maniera di definire l’italica bestia nera.
LA RABBIA. Nera come la rabbia mai celata, neanche per un istante, dopo la fine della sfida dell’andata di cinque giorni fa. « Non ho molta voglia di parlare ». Ma come, ha tenuto a galla il Napoli, ha segnato un gol-capolavoro, ha rinverdito i sogni del popolo depresso e sfiduciato e non vuole prendersi neanche i meritati complimenti? « Voglio soltanto pensare a lavorare e a preparare bene il ritorno di Bilbao: il Napoli deve giocare la Champions ». La legge del Pipita. La mentalità e l’aspirazione dei più forti. L’eliminazione è un incubo per tutti, certo, e figuriamoci per chi, come lui, è considerato tra i migliori attaccanti del mondo: la prospettiva di passare dalla finale mondiale a una stagione in seconda classe internazionale, beh, è francamente da brividi.
IL LEADER. Bene, non resta che agire, interrompere il digiuno di gol europei in trasferta e dare un seguito propositivo al nervosismo del San Paolo: dopo il discorso da leader serve anche una prestazione da leader vero. Un’altra passerella da trascinatore, da punto di riferimento; facciamo anche da hombre del partido , proprio come in occasione dell’andata: se non ci avesse pensato lui, con una magia da fuoriclasse autentico, quello di mercoledì a Bilbao sarebbe stato davvero un viaggio della speranza. E invece, impresa difficile ma decisamente possibile: al San Mames farà un caldo infernale e serviranno testa, cuore e attributi, però il Napoli vero, quello sereno e volitivo, può battere chiunque e fare risultato ovunque. Funzionava così nella stagione precedente, giusto? « Sì, abbiamo i mezzi per farlo ».
VIETATO SBAGLIARE. Lui nel frattempo, segnando il gol numero 5 della sua esperienza azzurra in Champions, all’andata ha ripreso a fare il suo mestiere: la maniera migliore di ricominciare un discorso interrotto a dicembre 2013 con l’Arsenal, ancora a Fuorigrotta e ancora in una notte di rabbia e lacrime. Una pioggia di lacrime. Che fare? Beh, sarebbe il caso di invertire questo trend di coppe piuttosto maledetto e di dare continuità all’altro più piacevole: il Coco di Bilbao non può fermarsi sul più bello. Non deve. Non vuole neanche pensarci: « Il Napoli deve giocare la Champions ». E’ la legge del Pipita. E va imparata a memoria da tutti.
Fonte: Corriere dello Sport
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