Parliamone: con un sorriso sulle labbra, l’assoluta, indispensabile serenità utile nella tormenta e quel pizzico d’ironia che diviene il sale della verità. Parliamone: e ne parleranno, un giorno, forse il 20 maggio e forse anche prima, in quella sosta che potrebbe fungere da collante, e poi sarà dentro o fuori, con una stretta di mano per suggellare l’unione che darà forza alla continuità o con la rispettiva, sincera, gratitudine che ognuno dovrà all’altro per un quadriennio esemplare. Parlare: è un imperativo che sembra stagliarsi nella Pinetina di Castelvolturno, in quell’oasi – un po’ annuvolata – nella quale il Napoli si rinchiude, resa stavolta più frizzante dall’annuncio (sottovoce) che stia per arrivare De Laurentiis, in giornata o in alternativa venerdì, per spargere tranquillità come un anno fa, per indurre a continuare a credere in se stessi e senza lasciarsi coinvolgere da contraccolpi psicologici, per far sentire – pure fisicamente – la presenza della società, attraverso un’irruzione discreta del proprio presidente.
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