L’uomo c’è e si vede sin dal primo giorno, dall’impatto bruciante con Napoli, dalla capacità di governare le fiamme e, anzi, domarle: il 16 luglio 2007, in un primo giorno che non si scorda mai, c’è un filo d’ira nella Castelvolturno rovente; e in quei cori diffidenti per una campagna acquisti velocemente liquidata in «inadeguata», c’è un cervello che aziona neuroni e lascia che sia il tempo a giudicare. « Ho visto il San Paolo da lontano più volte e una volta ci sono stato con ottantamila spettatori e sono rimasto incantato. Giocarci adesso con la maglia azzurra addosso è un’emozione. Io sono qui per dare il massimo e voglio fare la felicità della società e dei tifosi ».
QUANTO TEMPO… – Sei anni per accorgersi – e anzi confermare – che era già tutto previsto e che in quell’Hamsik ancora privo di cresta e però con materia grigia in abbondanza, si nascondeva un talento allo stato puro e, innanzitutto, un trentenne travestito da enfant prodige, un fantasista capace di eludere le perplessità di quell’epoca per l’arrivo d’un ventenne ancor tutto da scoprire in campo e però già così trasparente nei contenuti. « Sono qui per giocare tanto e restarci il più a lungo possibile ». Detto e fatto, come recitano ora gli almanacchi, colmi di Hamsik.
CONTRATTO – La «sua» Napoli è in quei sei anni scanditi ad alta voce, con cinquantotto reti in campionato, sei tra Europa League e Champions e tre in coppa Italia; la «sua» Napoli è nelle duecentrotré presenze in serie A, ma anche nelle altre quarantatré nelle varie manifestazioni, che fanno conto pari a 250 e lasciano intravedere Maradona (e il decimo posto nella classifica degli azzurrissimi di sempre) a nove partite.
LA MIA CITTA’ – La «sua» Napoli è un poster affisso nella stanzetta dei desideri, una città vissuta con partecipazione (pur abitando a Castelvolturno, a due passi dal campo) ed alla quale s’è promesso (almeno) sino al 2016, consegnando il rinnovo del contratto a De Laurentiis su un tovagliolo: « Perché io, mia moglie, i miei bambini, qui stiamo bene e siamo felici» . La «sua» Napoli è una passeggiata in centro, tra via dei Mille e via Calabritto; e però la sua totale integrazione territoriale è nella cittadinanza onoraria ottenuta da Taurano, in Irpinia.
RITIRO – Si gioca sabato sera, al termine di una settimana svuotata da una decina di calciatori in giro con le Nazionali per il Mondo: e allora, per evitare inutili, ulteriori voli, avendo programmi di viaggio che prevedono per chiunque il rientro su Roma, il Napoli si è attrezzato, si è portato avanti e ha deciso di anticipare la partenza e andarsene in ritiro ventiquattro ore prima. Giovedì, appuntamento nella Capitale, nel solito albergo assai defilato, però prossimo agli aeroporti: il Napoli aspetterà lì i suoi girovaghi nazionali e Mazzarri potrà preparare (meglio) il testa a testa per il secondo posto. Nulla nasce dal caso.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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