Hanno rischiato di giocare insieme. Hanno sfiorato la colleganza e magari la concorrenza. Si sono sfiorati, insomma. Mentre domani sbatteranno l’uno contro l’altro: testa a testa. Grande sfida, bella storia: Gokhan Inler di qua e Arturo Vidal di là. Botte da orbi, calcisticamente parlando. Faccia a faccia? Facciamo a chi è più cattivo. A chi ha più grinta e più verve. Facciamo che entrambi voglio vincere a ogni costo: lo juventino spera di bissare il successo tricolore, mentre il leone azzurro non vede l’ora di alzare il primo trofeo italiano. Sarà dura per entrambi. Duri per vocazione.
IL DESTINO – E allora, ricordi di mezza estate. Sì, perché un’estate fa la storia di loro due s’è incrociata per un po’ nei sogni del mercato, ma alla fine Vidal è andato a Torino e Inler ha optato per Napoli. E la cosa curiosa è che le percentuali sono state molto alte: perché sia il Napoli sia la Juve volevano entrambi. Questione di scelte, dunque, perché lo svizzero ha sposato l’azzurro, mentre il cileno alla fine è andato da Conte. Senza rancore, senza remore. Ed è anche per questi intrecci, che la finale dell’Olimpico sarà molto più interessante del previsto.
ICS-DUE – Il più arrabbiato tra i due, comunque, è di certo Inler: il bilancio dei confronti stagionali, infatti, pende decisamente dalla parte di Vidal. Che in campionato ha prima strappato un pareggio-beffa in rimonta al San Paolo (da 3-1 a 3-3), che in tanti dicono sia stato la vera svolta del campionato bianconero, e poi allo Juventus Stadium ha brindato, con tanto di gol, a un 3-0 che ha fatto male, malissimo al Napoli e alla sua gente: quello sberleffo, quello sfottò della canzone del soldato innamorato intonata dai tifosi della Juve a fine partita, è un qualcosa che ha ferito l’orgoglio di tutti gli azzurri. Inler compreso.
ONORE E STORIA – Gokhan detto Gogi lo sa, ne è perfettamente consapevole di quanto valga quell’inno alla gioia: e sembrerà strano, ma è anche per l’onore del soldato, che poi non è altro che il popolo azzurro mescolato in un abbraccio senza fine alla squadra e alla maglia, che il Napoli e Inler giocheranno domani all’Olimpico: vincere è il chiodo fisso. E’ la storia che ritornerebbe. Sarebbe il passaggio di consegne della coppa dalle mani di Diego a quello di Cannavaro. Dal capitano della leggenda del 1987, al capitano dei giovani gagliardi di Mazzarri.
ASSO DI COPPA – Quanti risvolti, quanti retroscena dietro la partita di domani sera. E che carica, Inler: lui sì, che è stato il vero asso di coppa della stagione del Napoli. Sarà che quando c’è una grande responsabilità si carica, sarà che le difficoltà lo esaltano, fatto sta che il capitano della Nazionale svizzera ha lasciato segni indelebili nella stagione della Champions: a segno a Vila-real, nel momento più critico e delicato della partita, a segno a Stamford Bridge con il Chelsea, con un gol-capolavoro che fu l’illusione del passaggio di un turno che sarebbe stato più storico di una storia già bella ed emozionante.
IL SOGNO – Beh, a questo punto è semplice immaginare quale sia uno degli obiettivi di Inler: ripetersi. Incidere, magari in maniera decisiva, risolutiva, e dunque lasciare un’orma indelebile nel libro azzurro della vita del Napoli. Il sogno, però, è semplicemente vincere: conquistare la Coppa. A prescindere da tutto e da tutti. Dai gol e da Vidal. Sì, Arturo il cileno: ora è in vantaggio lui, ma l’asso di coppa è già nella manica di Mazzarri.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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