Aveva già provveduto a consolarli al triplice fischio dell’inglese Atkinson: davanti a tutti, con una pacca sulla spalle per ognuno di loro, tra un applauso e l’altro al pubblico del San Paolo. Poi, Rafa Benitez, una volta raggiunto lo spogliatoio, ha provato a scuotere il gruppo con un discorso all’impronta, improvvisato, spontaneo. Discorso rivelato ieri da alcune voci di dentro: «Il mister ci ha ringraziato per l’impegno», «Ci ha rincuorato», «E alla fine ci ha spronato: ora punteremo decisi al secondo posto in campionato – ha detto – Ce la possiamo fare, mancano ancora tante partite al termine e abbiamo più tempo per prepararle una volta passato questo ciclo terribile. Coraggio, concentriamoci sulla Fiorentina».
NUOVA MISSIONE – Più o meno quello che Benitez aveva lasciato intuire anche in conferenza stampa. Liberato dagli impegni delle Coppe internazionali, il tecnico del Napoli vuole concentrare tutte le forze per il raggiungimento del secondo posto in classifica. Riaccendendo così la corsa sulla Roma che non dista tantissimo, anche se ha ancora una gara da recuperare. E centrare quell’obiettivo che sta tanto a cuore a lui, ai tifosi e soprattutto a De Laurentiis: il piazzamento che vale l’accesso diretto alla prossima Champions League. «Abbiamo la possibilità di agguantarlo ed il dovere di centrarlo nonostante sia da considerare ampiamente positiva la stagione disputata: siamo usciti in quel modo dalla Champions, altrettanto dall’Europa League, siamo in finale di Coppa Italia e ancora in corsa per un posto in Champions. Per una squadra nuova, con un allenatore nuovo ed un nuovo modo di giocare, direi che non è poco. Se poi aggiungiamo gli impegni sostenuti finora e gli infortuni che abbiamo dovuto superare, c’è da essere più che soddisfatti. Io lo sono e di questo ringrazio i ragazzi che neanche ricordo quante partite hanno sostenuto finora: quaranta? Quarantuno?».
CHE NUMERI – In realtà sono quarantadue, così suddivise: Champions League (6), Europa League (4), Campionato (28), Coppa Italia (4). Quarantandue gare di cui solo 8 sconfitte e una media punti a gara di 1.98. Benitez ha impiegato ventisette elementi ma per strada ne ha persi anche tanti: da Mesto a Zuniga, da Hamsik a Maggio, da Britos a Behrami. Lo stakanovista del gruppo è Josè Callejon con 42 presenze e 15 gol; seguono a ruota, Insigne (41), Higuain (39), Albiol e Mertens (38), Inler (37). Più staccati, Reina, Hamsik e Pandev (33). Ma per minuti giocati, quello che ha sfondato il muro dei tremila è stato Raul Albiol (3.367′ complessivi), poi Callejon (3.210), Higuain (3010′, esclusi gli impegni in nazionale). «Il nostro problema è stato sempre la maniera di gestire la rosa e non è stato facile con due impegni a settimana, tantomeno prepararci come avremmo voluto», ha sottolineato Benitez.
SCENARIO – Ma ora si volta pagina dopo l’uscita dall’Europa League. Dopo il prossimo trittico (Fiorentina in casa, Catania fuori e Juve al San Paolo) ci sarà la possibilità di tirare il fiato, recuperare le energie e curare certi dettagli tattici. Restano dieci partite di campionato da giocare (e la finale di Coppa Italia). Al San Paolo gli azzurri ospiteranno Fiorentina, Juventus, Lazio, Cagliari e Verona. Fuori, invece, Catania, Parma, Udinese e Inter (consecutive), Sampdoria alla penultima. «Con trenta punti in palio, tutto è ancora possibile», ripete Benitez. Ammesso che il Napoli ritorni a giocare da Napoli; che diventi meno vulnerabile; che divori meno occasioni da gol in modo da poter tagliare anche il traguardo delle cento reti in una stagione. Ora è a settantacinque segnature in quarantadue gare: 1,7 gol a partita, niente male.
Fonte: Corriere dello Sport
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