La Grande Abbuffata comincia venerdì 9 e va avanti sino a mercoledì 21: e in quelle due settimane (scarse) di calcio senza frontiere, senza macchia, senza paura, ci sono dentro i sogni e le aspirazioni, il pathos e le ambizioni, il senso pieno del calcio visto da Napoli, una terrazza che consente di spaziare ovunque. Dal Cagliari al Chelsea e da Stamford Bridge poi al «Friuli» di Udine, prima di rientrare a casa, aspettare il Siena al San Paolo e fantasticare. Volere è potere e, volendo, il Napoli prenderebbe tutto, niente escluso: e mentre la giostra gira, i sogni si accavallano dinnanzi al calendario, manipolato con cura e cerchiando d’azzurro queste notti magiche.
SI PARTE – Sembra già di sentire il fischio d’inizio d’una gara infida, priva delle stimolazioni meccaniche che scaturiscono dai super-appuntamenti: ma qui non ci sono distinzioni da fare, perché tra i traguardi (dichiarati sotto voce) c’è quel terzo posto ormai nel cono visivo dei cinque punti. E però, il pericolo è dietro l’angolo, nelle difficoltà che racchiudono le cosiddette piccole, nel richiamo del Chelsea che incide – inutile fingere – e in una fisiologica, umanissima distrazione creata dal profumo di Londra. Napoli-Cagliari vale, aritmeticamente, come qualsiasi altro match e, per creare un’atmosfera, prezzi al ribasso, un invito ad esserci abbastanza eloquente.
SI VOLA- Ma la Storia eccola lì, in quella pagina che è ancora tutta da scrivere e che comunque è stata già accennata da una prefazione sontuosa come può esserlo un 3-1 in casa: Chelsea-Napoli, mercoledì 14 marzo, ore 20,45, in uno Stamford Bridge dipinto di blues eppure d’azzurro, con duemilasettecento tifosi partenopei pronti a sostenere sino all’ultimo secondo d’una gara che può consegnare alla gloria Lavezzi e compagni, schiudendo il portone dei quarti, dunque dei primi otto club d’Europa, una ipotesi di grandezza che può essere accarezzata ma che per essere abbracciata avrà bisogno di un’altra impresa. Un passo gigantesco tra gli dei del calcio.
SI DANZA – Ci sarà appena il tempo di metabolizzare l’Inghilterra e poi, di slancio, a Udine, in una sorta di spareggio condensato in quel braccio di ferro con il recentissimo passato che a Udine non ha mai sorriso: la classifica, prima del tour de force, è eloquente ed alle spalle di Milan e Juventus ci sono la Lazio a 48, l’Udinese a 46, il Napoli a 43 e, a seguire, la Roma a 38. Al «Friuli», dunque, c’è un bigliettino per la zona-Champions, un visto da contendere poi, successivamente, con la Lazio. E’ un dentro o fuori, né più e né meno, e quindi…..
SI LOTTA – Ma quando si rientrerà al San Paolo, mercoledì 21 marzo, dopo due trasferte niente male, Napoli-Siena varrà da sé l’Europa League, perché la finale della Coppa Italia conduce dritto nel prestigioso palcoscenico del Vecchio Continente: si (ri)parte dal 2-1 per i bianconeri toscani, risultato in apparenza agevole da ribaltare. In fin dei conti basta un gol, pur sapendo che al Siena vanno però benissimo due risultati su tre e già all’andata ha dimostrato di non essere per niente distratta dalle fatiche di campionato, dove deve ancora sudarsi la salvezza. E però, i conti si faranno alla fine di una dodici giorni viva come poche altre, eventuale passaporto verso la felicità assoluta, estrema: cos’è c’è al di là del 21 marzo, la primavera?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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