«Mo je faccio er cucchiaio». La frase di Francesco Totti, rivolta a Gigi Di Biagio prima di superare van der Sar, è anche il titolo del libro del capitano della Roma del 2006. Ma soprattutto è la differenza con Antonin Panenka, il centrocampista cecoslovacco che fece gol a Sepp Maier a Belgrado, nella finale dell’Europeo del ’76 contro la Germania. Il romanista stupì tutti. Nessuno si aspettava quel colpo da sotto. Il ragazzo di Praga invece lo faceva da sempre. Ma nessuna tv lo aveva mai ripreso. I suoi tifosi sapevano che avrebbe calciato così. Zoff e gli azzurri, all’Arena di Amsterdam in semifinale Euro 2000 contro l’Olanda, no.
«Pirlo mi ha fatto tornare indietro con il tempo». Totti è in Sardegna, a Villasimius, in vacanza con la famiglia. E vedere il regista battere Hart come lui fece con va der Sar gli fa provare nostalgia. Il flash back di Francesco non è solo mirato a quel rigore contro l’Olanda, ma a un derby di Roma, nel ’91. «Lo vidi fare a Voeller contro la Lazio. In porta c’era Valerio Fiori. Ero raccattapalle. Mi è piaciuto e ho cominciato a provarci anch’io». Rudi, tedesco volante, centravanti e capitano giallorosso. Andò all’Olympique Marsiglia quando Totti fu aggregato alla prima squadra. «Conta il cuore e non la tecnica» spiegò Voeller. «È vero: mi definì coraggioso. Perché anche lui lo era» chiarisce Totti. «Il mio è stato solo istinto, anche se in testa avevo quella sua rete alla Lazio. Mi colpì la sua esecuzione in una gara così importante».
Francesco quel derby se lo portò all’Europeo del 2000. Ne sa qualcosa Alessandro: ha la sua stessa età, ma è della Lazio. È il suo amico Nesta, difensore rivale a Roma e compagno in Nazionale. I due si sfidano a playstation in quei giorni in Belgio dove è in ritiro la nazionale. Il giorno prima della semifinale contro l’Olanda, Totti trasforma un rigore con il cucchiaio e fa una promessa. «Prima o poi lo faccio in partita».
Nesta è all’Arena di Amsterdam, stadio solo arancione, con le mani nei capelli. Si aspetta il cucchiaio. Di Biagio ha già segnato il primo rigore. Nonostante Totti gli abbia messo paura: «Gigi, hai visto quanto è grosso?». E indicò van der Sar. Ma quando toccò a lui, lo preparò: «Mo je faccio er cucchiaio». Maldini sbottò, quasi disperato: «Sei pazzo? È una semifinale degli europei!». Francesco confermò la sua intenzione. Da impuntito. «Sì, sì. Io je faccio er cucchiaio!». Maldini si arrende. Di Biagio, quando Totti si incammina verso van der Sar, lo avverte: «Paolo, glielo fa». Gol, il terzo trasformato dall’Italia che vinse 4 a 1.
La tv, durante i rigori di Inghilterra-Italia a Kiev, è lo specchio che riflette l’immagine di Amsterdam. Francesco guarda e si riconosce: «Quando Andrea ha segnato così, mi sono emozionato. Perché ho pensato al cucchiaio contro l’Olanda. Sensazioni uniche e indescrivibili. Mi è piaciuto riviverle». Anche quando il portiere non ci casca. Contro il Lecce, sotto la Sud, il 22 settembre 2004, Sicignano evitò di buttarsi davanti al capitano romanista: bloccato.
«Faccio i complimenti ad Andrea». Insieme hanno vinto il mondiale a Berlino. «Fa diventare tutto semplice, punizione, tiro, passaggio: grandissimo calciatore». Totti esalta anche l’amico Buffon: «Gigi ha fatto due salvataggi eccezionali, quello ad inizio partita e l’altro bloccando il rigore di Cole: il nostro numero uno è un muro». E quella di De Rossi: «Daniele ha giocato alla grandissima e la sua botta da lontano avrebbe meritato il gol». La prova dell’Italia lo ha convinto. «È stato bello vedere esultare Gigi, Andrea, Daniele e gli altri. Prandelli e i dirigenti. Hanno gioito loro, ma anche tutti noi a casa. Mamma mia che grande nazionale».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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