Francesco Totti potrebbe raccontare a Lorenzo Insigne che cosa significhi nascere, crescere e giocare a calcio solo nella città in cui si è nati, sapendo diventarne il re. Sulle spalle di Totti c’è il peso dell’universo giallorosso. A Trigoria assicurano come la tensione alla vigilia di questa supersfida tra prima in classifica contro seconda, complice i 37 anni, non abbia superato i livelli di guardia della prima gioventù calcistica, quella dei nervi a fior di pelle e delle esultanze originali.
Il capitano della Roma adesso ha chiari i suoi obiettivi: il secondo scudetto e, a seguire, il record personale. Il numero dieci giallorosso, infatti, insegue il gol numero 8 al Napoli. Poiché giocherà fino a 40 anni, quello di stasera non sarà l’ultimo Roma-Napoli della sua interminabile carriera. Di sicuro, per Francesco Totti, sarà uno dei più importanti. Re Francesco, l’ottavo re della capitale, ha detto un solo sì. E per sempre. Alla Roma. L’ultima bandiera rimasta del calcio italiano stasera sarà uno dei grandi protagonisti del big match dell’ottava giornata.
Totti è senza dubbio un campione senza tempo. Davanti a cui togliersi il cappello. Lo ha fatto anche il ct azzurro Cesare Prandelli, che stasera sarà all’Olimpico per vederlo in azione: «Se va avanti così non posso non convocarlo per il Brasile». Insigne ha un avversario in più. E bene che lo tenga a mente. L’ex Pupone sfida il Napoli per la 19esima volta in campionato. Lo ha sconfitto ben 9 volte. Il primo Roma-Napoli, pensate, lo ha giocato il 6 novembre 1994, calcisticamente parlando un’altra era geologica: era il Napoli di Agostini, Boghossian e Benny Carbone. L’allenatore era Boskov che era da poco subentrato a Guerini. Quel giorno venne marcato da Fabio Pecchia, ora vice di Benitez. Eppure l’azzurro partenopeo non gli ha mai portato bene: segnerà la sua prima rete al Napoli solo quattro anni più tardi nel febbraio del 1998 (al San Paolo, finì 0-2) mentre la prima rete all’Olimpico nel derby del Sud l’ha realizzata il 28 gennaio 2001 (all’Olimpico finì 3-0). Poi fece gol anche nella gara di ritorno (2-2) e quel pari (ma non solo) condannò il Napoli di Mondonico alla retrocessione in serie B. Non fa gol alla squadra azzurra da quattro anni: dal 4 ottobre del 2009, quando realizzò una doppietta che costò la panchina a Donadoni. Da quando esistono i campionati a girone unico, Totti è quello che ha realizzato più doppiette (36) dietro di lui Piola (35), Meazza (35) e Nordahl (33).
Quanti dolorosi addii negli ultimi anni, da Del Piero a Nesta a Di Vaio. Ma Totti no, lui resiste. Tra i big, solo Javier Zanetti, a 40 anni, tiene ancora botta. Totti è più solo ma non più stanco. Alla sua età è sempre convinto di fare uno dei mestieri più belli del mondo. Resiste perché ha talento, intelligenza tattica e carisma. Però, è pure giusto dargliene atto: 542 presenze in Serie A e 230 gol, terzo nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi dietro Piola e Meazza. Con le coppe, si sale a 285 reti. Olè. Numeri da non crederci, come quelli che snocciola il suo sito ufficiale: 57.306 minuti in campo, 2.569 tiri tentati, 161 assist vincenti, 1042 colpi di tacco, 2.184 dribbling, 7.333 giocate utili. Vi è venuto il mal di testa? Normale, è capitato anche agli avversari di Totti. Stasera toccherà probabilmente a Behrami neutralizzarlo.
Fonte: Il Mattino.
