Tornato in Premier sulla panchina del Tottenham si è presentato oggi Josè Mourinho. Ecco le sue parole:
“Devo congratularmi con Pochettino per il lavoro che ha svolto. Questo club sarà sempre casa sua, questo campo di allenamento sarà sempre il suo campo di allenamento. Sono convinto della mia scelta. Su una scala da 1 a 10 sono contento 10, sono in un club con una grande struttura. I risultati servono subito perché abbiamo una partita ogni quattro giorni. So che ho grandi opportunità nelle mie mani ma non posso cambiare subito le cose. Sono subentrato solo una volta al Porto, questa è la seconda e mai mi è capitato di avere una partita dopo soli due giorni. Non posso stravolgere tutto, devo dare serenità ai ragazzi”.
Una panchina che è mancata molto a Mourinho, ma come detto dall’allenatore portoghese, questo tempo gli è servito per migliorarsi: “Sono stati undici mesi importanti per me, ho studiato e mi sono aggiornato. Non posso perdere la mia identità e il mio DNA. Ma ho avuto tempo anche per pensare molto, sono ritornato sui miei errori del passato. Ora penso di essere più forte. I giocatori hanno capito che nella vita ci sono dei periodi e io sono in un periodo in cui la cosa principale non sono io ma l’insieme”.
Mourinho che insieme al suo staff, nel quale è presente anche un italiano, cercherà di rialzare un inizio difficile di stagione del Tottenham: “Non ripeterò gli stessi errori, ne farò di nuovi ma non gli stessi. Ora sono rilassato, motivato e penso che i miei calciatori se ne siano accorti. Questa pausa mi ha fatto bene, la prima estate che ho trascorso senza lavorare. Ero un po’ perso, ma ora mi sento addirittura più esperto”.
Sul mercato e i possibili rinforzi invece rallenta, chiedendo tempo per conoscere la squadra: “Penso di poter dire di essere il signor Porto, il signor Real Madrid, il signor Inter, il signor Chelsea e Manchester United. Sono il club in cui mi trovo. Indosso e dormo con il pigiama della mia società. Sono un uomo di club, ma non un uomo di molti club. Il miglior regalo sono i giocatori che ci sono. Non ho bisogno di nuovi giocatori, devo solo conoscerli meglio. Ho provato a comprarne alcuni per club diversi e alcuni non ci ho nemmeno provato perché era troppo difficile”.
Infine: “Progressivamente possiamo arrivare a dare la giusta impronta alla squadra. Lo stile di gioco deve essere adattivo alla cultura del club e anche ai giocatori che ci sono. Vincere rientra nel concetto di visione. Visione è lo stadio che abbiamo, visione è mantenere giocatori migliori, visione è forse affidarsi a un manager della mia espreriemza ma ripeto non è di me che si tratta, è il club”. Sulla possibilità infine di vincere già da quest’anno: “Premier League? “Sì, certo possiamo vincerla. Quest’anno no, ma dall’anno prossimo possiamo vincerla”.
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