Aronica l’ha guardata negli occhi: la paperona che ti cambia la vita, quella che ogni replay è una coltellata al fegato. 139 presenze con la maglia del Napoli, di cui ben 8 in Champions League ( e un recupero strepitoso su Drogba) ma quello di ieri è un errore talmente grossolano che rischia di lasciare il difensore palermitano a pezzi. Non si sa cosa l’abbia spinto a dare indietro quella palla, piuttosto che spingerla ovunque tranne che lì. Ma quando capisce il guaio che ha combinato, il patatrac si è materializzato in un tutto il suo dramma.
Povero Salvatore, ex sergente di ferro del tecnico Mazzarri. Un fedelissimo, uno della vecchia guardia: i due si conoscono dai tempi di Reggio Calabria. Il suo errore scatena i primi fischi stagionali sul Napoli. E lui, lascia il campo a modo suo: sguardo a terra, l’erba calpestata lentamente, un modo per trattenere la rabbia. Fa fatica. Neppure il suo amico inseperabile, Paolo Cannavaro, è capace di risollevarlo. Negli spogliatoi chiede scusa a tutti. «Stai tranquillo, sono cose che capitano». Il morale è distrutto, come quello di Dossena uscito dal campo in una morsa di fischi. Quando la lavagna luminosa indica il cambio, il San Paolo fischia come al momento di ascoltare le formazioni avversarie.
Aronica e Dossena dovrebbero giocare entrambi in Europa League. Fanno parte dell’altro Napoli, non quello dei titolarissimi. È forse questo ruolo di secondo piano che non dà ai due la serenità di una volta, la brillantezza nelle giocate. Aronica non vive un momento facile. Poche settimane fa, dopo la gara vinta con l’Udinese per 2-1, fu protagonista di un alterco con un giornalista. Aronica, che poi si è scusato, era furioso per le critiche e i commenti poco lusinghieri nei suoi confronti espressi dal giornalista nel corso di vari interventi televisivi. Il difensore siciliano ha un contratto che scade a giugno, rinnovato di un anno solo quest’estate. E con il rinnovo automatico se supererà le 25 presenze in serie A. Il destino del precario, a quasi 35 anni, non deve proprio piacergli.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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