Salvatore Schillaci, 48 anni, capocannoniere a Italia ’90 con 6 reti, ha promosso gli azzurri dopo il pareggio con la Spagna.
Come valuta l’esordio agli Europei?
«Bene, perché la Nazionale ha tenuto testa alla Spagna che resta la squadra migliore. Ha combattuto, tirando fuori l’orgoglio italico, giocando una partita di sacrificio e costruendo tante occasioni da gol».
Domani c’è la sfida alla Croazia: è decisiva per la qualificazione?
«Fino ad un certo punto. Sarebbe ideale vincere ma secondo me è fondamentale non perdere, perché poi battendo l’Irlanda obblighi la Spagna a superare a sua volta la Croazia. Con due pareggi e un successo si passa il turno».
Dove può arrivare l’Italia di Prandelli?
«Ho fiducia perché noi italiani abbiamo sempre motivazioni speciali quando si entra nel vivo delle competizioni. Mi piace perché ha lo spirito giusto, corre, è una squadra giovane. Passerà il turno, è compatta e competitiva».
Al punto da vincere gli Europei?
«L’Italia è abituata a sorprendere. Nel 1990 doveva vincere il Mondiale e non fu così. Nel 2006 non era favorita e invece, trovando pian piano sicurezza, ha vinto. Spero possa arrivare in finale».
Di Natale può essere per questa Nazionale quello che Schillaci fu per l’Italia di Vicini?
«Me lo auguro e non solo perché si chiama Totò come me. Di Natale ha fiuto del gol, tecnica, esperienza ed opportunismo. Fosse per me sarebbe sempre titolare fisso insieme a Pirlo. Mi piacciono anche Giovinco e Cassano: il primo è un pochino fragile ma può essere un’arma importante a gara in corso».
Balotelli è già al centro di discussioni.
«Tecnicamente non si discute, ha grandi qualità. In campo però non sorride mai, eppure indossare la maglia della Nazionale è la cosa più bella che esista. Non mi sembra sereno, ha un carattere impulsivo che potrebbe compromettergli la carriera e il futuro in grandi club. Spero che possa fare come Cassano, che ha messo la testa a posto dopo il matrimonio. Mario deve capire che è un professionista, deve dare l’esempio ai bambini e non essere prigioniero del personaggio che si è creato. Faccio il tifo per Balotelli: è anche palermitano di nascita come me».
Schillaci è ricordato ancora per le notti magiche del ’90.
«Spesso lavoro all’estero come testimonial di eventi proprio grazie a quei Mondiali. Essere apprezzato dalla gente a distanza di anni mi rende ancora fiero».
Come mai Schillaci è sparito dal proscenio calcistico italiano?
«Sono molto riservato, non ho continuato a fare l’allenatore perché ho preferito godermi la vita e viaggiare. Non mi piace apparire in tv, sono contento di essere testimonial d’eventi e del mio centro sportivo ”Ribolla” a Palermo. In tv vedo solo le partite della Nazionale e quelle più importanti della serie A: simpatizzo per la Juve, in cui ho giocato, e per il Napoli e per il Palermo».
Cosa ne pensa dello scandalo calcioscommesse?
«Chi ha sbagliato deve pagare, duramente. Ai miei tempi queste cose non accadevano. Non me la sento di colpevolizzare tutti i calciatori coinvolti: bisogna capire cosa c’è dietro, se c’è qualcuno che li condizionava o li ricattava. In ogni caso il nostro calcio va ripulito».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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