Il feriale costa il sold-out dell’Olimpico. Non ci sarà nessun “pienone” lunedì sera allo stadio, nonostante una sfida che più di cartello non si può, almeno dalle parti granata, e i biglietti a prezzi di saldo: si parte da 15 euro per la Curva Primavera. Il giorno lavorativo della partita, decisione quasi obbligatoria visti i ravvicinati impegni europei della squadra di Benitez, e l’orario della sfida, programmata per le ore 19, stanno incidendo non poco sulla corsa al biglietto di tanti tifosi granata e partenopei. Finora sono stati venduti circa settemila tagliandi che, sommati ai quasi novemila abbonati, fanno prevedere una presenza all’ex Comunale di circa diciottomila persone, con circa duemila napoletani. Cioè una cifra ben lontana dal “tutto esaurito” – la capienza dell’impianto è di 26mila spettatori -, ma anche dai numeri delle altre partite affrontate dal Torino contro grandi squadre. A gennaio, con la Fiorentina, c’erano oltre ventuno mila presenze; mentre se va bene, lunedì sera ci saranno gli stessi spettatori della sfida – molto meno affascinante – contro il Chievo, disputata a fine dicembre scorso e vinta per 4- 1. Eppure i granata si giocano una bella fetta d’orgoglio dopo tre sconfitte consecutive e anche la possibilità di rimettere nel mirino la zona nobile della classifica. E il Napoli la possibilità di rinforzare la rincorsa al secondo posto della Roma e di cancellare la sconfitta con il Porto in Europa League. Il Torino, prima o poi, dovrà soprattutto tornare a vincere davanti ai propri sostenitori, dopo le due sconfitte inattese con Bologna e Sampdoria, due squadre dietro in classifica. “L’Olimpico deve tornare ad essere la casa del Toro – incita i suoi Moretti, lo stakanovista del gruppo -. Qualcuno dice che siamo appagati ma non è vero, siamo più affamati di prima. Se a luglio mi avessero detto che a questo punto del torneo saremmo già stati salvi non ci avrei creduto, ma solo perché non conoscevo quasi nessuno. Però non abbiamo fatto nulla di straordinario: ma solo quello che finora ci siamo meritati”.
Fonte: La Stampa
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