Simone Verdi, ex attaccante del Napoli passato al Torino, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport:
“Quando arrivai al Toro anni fa avevo poco più di 18 anni e giocavo con la playstation che ora non so nemmeno più dove sia, adesso sono un uomo di 27 fidanzato da due anni che ama girare per la città che lo ospita, guardare film e leggere qualche libro”.
“Gli obiettivi personali sottostanno a quelli del gruppo, quindi non mi interessa dire quanti gol o assist potrò fare, in stagione, però mi piacerebbe essere nuovamente protagonista, con l’Italia: un passaggio che potrà concretizzarsi soltanto attraverso prestazioni importanti, con il Toro».
In merito a una trattativa lunga e a tratti esasperante, così ha parlato, il presidente granata, Cairo: «Con il Napoli abbiamo cercato di accelerare, ma non l’hanno liberato finché non hanno preso Lozano. Poi abbiamo chiuso, pur a tre minuti dalla fine dei giochi, anche grazie all’ottimo rapporto, figlio pure dell’intesa su vari temi discussi in Lega, con De Laurentiis. Nel 2016 la trattativa per Maksimovic era stata tosta, ma direi che abbiamo chiarito tutto. Sì, ora l’attacco è ancora più competitivo e ricco di soluzioni: a Belotti, eccellente anche con l’Italia, Zaza, Iago Falque, Berenguer e lo stesso Millico si è adesso aggiunto Verdi. Un innesto importantissimo. Non voglio fissare obiettivi, però la squadra è indubbiamente competitiva. Volevamo Verdi, un esterno sinistro individuato in Laxalt e la conferma dei migliori elementi della rosa. Possiamo ritenerci soddisfatti».
E molto soddisfatto della nuova destinazione è pure Verdi: «A un certo punto Ancelotti non voleva più lasciarmi andare, ma la determinazione di Cairo e Mazzarri hanno fatto sì che l’operazione sia andata a buon fine. Sono felice di essere tornato, questa società è cresciuta molto, da quella che avevo lasciato. Si è qualificata in Europa League, ha dato vita a un centro sportivo importante e fortemente voluto anche dai tifosi come il Filadelfia. Tifosi che ricordo essere passionali, che giustamente pretendono il massimo da ogni giocatore. In più conosco tanti ragazzi dello spogliatoio che mi aiuteranno a integrarmi. Non vogliamo forzare i tempi, perché arrivando da un’altra realtà, da differenti metodi di allenamento, c’è il rischio di infortunarsi. E di questo con lo staff abbiamo già parlato. Per quanto riguarda la posizione in campo deciderà il mister: Zaza e Belotti hanno un ruolo più definito, mentre io e Iago, Millico e Berenguer siamo esterni o trequartisti. Si potrà vedere un Toro con due uomini alle spalle della punta, con due esterni o con due punte e un rifinitore. La maglia numero 24? E’ il giorno del mese in cui è nata la mia fidanzata: Moretti, che l’ha avuto a lungo, mi ha detto di onorarlo»
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