Il ds del Torino Gianluca Petrachi ha parlato a SportItalia, riguardo al Torino e anche al mercato. Ecco le sue parole:
“Che sia arrivato un premio da una trasmissione che mi ha criticato e boicottato è gratificante, ringrazio il presidente Cairo, che mi ha consentito di poter lavorare nella massima autonomia, facendomi ragionare con la mia testa. Mi sono ritagliato il mio spazio con tanta fatica, siccome Torino non è una piazza facile, è importante portare a termine progetti in base al Fair Play finanziario. Sono molto contento per questi premi.“
“Dato che sono tre anni che non parlo con un giornale di Torino un po’ mi criticano, ma il mio obiettivo è quello di cercare di portare il Torino in europa come successo due anni fa. Ringrazio i miei colleghi, sperando di riuscire di regalare dei sogni ai tifosi del Toro, dato che non ci sono riuscito da giocatore. Cairo è un aziendalista, non nasce presidente. Lui è uno molto meticoloso, razionale: dirgli di spendere dei soldi non è mai facile, perché lui i conti devono essere molto importanti e le sue aziende lo dimostrano. Il calcio però è diverso, perché a volte spendere un certo numero di soldi non vuol dire vincere. La mia forza è stata non essere uno ‘Yes Man’: quando non sono stato d’accordo mi sono esposto. Dato che Cairo è una persona intelligente, con me si è sempre confrontato, Credo di essere una perdona leale e onesta, in un mondo come questo non è banale. Non ho niente da nascondere, vengo dalla gavetta. Il prossimo anno spero che i tifosi del Toro possano rivedere l’Europa. Io capisco il lavoro dei giornalisti, devono arrivare per primi sulle notizie. Alcuni mi accusano di non parlare con nessuno, ma io non posso parlare, non ho preferenze. Ma il tempo è galantuomo, e se ti comporti in un certo modo le cose arrivano.“
Petrachi ha poi aggiunto: “Io non vivo di quello che la gente fa. Al di là delle chiacchiere da bar, le trattative le faccio sempre io. Il mio presidente ha piacere di guardare anche le virgole dei contratti: quando c’è da chiudere una trattativa, lui c’è. Cairo ama fare quello che fa, lo vuole vivere a 360 gradi. Oggi sono stato dal Milan, Cairo già lo sapeva. Se mi dice di no per l’acquisto di un giocatore, io gli chiedo motivazioni. Ci sono molti confronti, che ti portano ad avere una società come il Toro che produce plusvalenze, e quando sono arrivato non c’era un giocatore di proprietà. Ventura lo portai io come allenatore, e ce lo avevo avuto io come tecnico. Io dissi a Cairo che non avremmo vai vinto il campionato di Serie B senza di lui. Con Ventura abbiamo fatto un determinato percorso: al genovese presi i giocatori che voleva. Io ho sempre avuto una condivisione totale con il mister.“
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