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Torino, Mazzarri si presenta: “Carico ed emozionato per questa nuova avventura. Si vince subendo pochi gol, come il mio Napoli…”

L'ex tecnico del Napoli si presenta alla stampa e ai suoi nuovi tifosi

Dalla sala stampa dell’Olimpico “Grande Torino”, va in scena la conferenza di presentazione del neo allenatore granata, Walter Mazzarri. L’ex tecnico del Napoli si è presentato così alla stampa e ai suoi nuovi tifosi: “Ringrazio il presidente per le belle parole. C’è stato da subito un gran feeling, tra Cairo e Petrachi. Entrare al Filadelfia mi ha fatto venire la pelle d’oca. Sono carico ed emozionato. Sono tornato con entusiasmo e in quest’ambiente. Credo che quest’ambiente sia l’ideale per me. Penso di poter far bene. Mi piace lavorare, non fare proclami. Ma preferisco i fatti. Abbiamo il dovere di dare il massimo per far rendere i giocatori.”

Come ha visto i giocatori? Li ho visti un po’ frastornati. Sono subentrato e non è una cosa che amo fare. A loro ho detto che ero contento, che fossero legati al loro allenatore. Sostituire un collega dispiace sempre. I giocatori erano un po’ frastornati perché erano legati al mister, ma è normale,  sarebbe grave non fosse così. Ci sono dei valori umani importanti. Poi ho chiesto la disponibilità e di seguire le mie idee e non credo di avere problemi. A me piace lavorare, ogni tecnico è un artista. Ora, però, per fare bene gli tocca seguire le mie idee”.

Le prime tre cose che farà? Credo di conoscere bene tutti i sistemi di gioco. Dopo un’ora e mezza di allenamento diventa difficile svoltare. Vediamo se questi ragazzi ci daranno soddisfazione subito. Le cose devono avvicinarci alla ‘scienza’ per fare bene, dal campo alla vita privata. Il mio modo di essere, e di lavorare, voglio che coinvolga tutto il gruppo.”

Interventi tattici? “Fino a domani cercherò di ascoltarli. Devo capire come stanno. Insieme a Frustalupi abbiamo già due o tre idee in mente. Domani metterò la miglior formazione possibile in campo. Iniziamo a pensare positivo. E spero che tutto il pubblico dia una mano. Vorrei sentire un corpo unico, sul campo e sugli spalti. E poi si vede alla fine.”

A quale sua squadra si ispira? “Le mie squadre hanno sempre avuto una costante. Si è sempre vista la mano di Mazzarri. Ed è quello a cui punto. Sono sempre stato un allenatore agitato. Anche in panchina, do sempre tutto quello che posso per far vincere ai miei ragazzi le partite”.

Sul mercato con Petrachi: “Ognuno ha il proprio ruolo. Io mi considero un dipendente, come Petrachi. Credo sia già un gruppo valido. Do delle indicazioni e riferisco alla società. Non parlerò mai alla stampa di mercato. Moduli? Prima guardo i giocatori e poi gli metto il modulo addosso. E spero sarà un modulo efficace”.

Ritrova Niang, già visto al Watford. “Fondamentalmente è un bravo ragazzo. Non sfrutta il 100 per cento della sue qualità. Al Watford qualche volta lo ha fatto. Deve imparare dagli allenamenti a dare tutto. Tirando fuori il massimo dalla sua mente e dal suo corpo tutto quello che ha. Lavorerò sulla mente e sugli schemi”.

Recupero infortunati? “Il vero allenamento lo facciamo ora, quindi non so ancora dire.”

Solidità difensiva? “A me piacerebbe stare con la linea difensiva a centrocampo, questo sarebbe un calcio bello, come il Barcellona. Questo piacerebbe a tutti, ma poi bisogna guardare la realtà: è una bilancia, alla fine devono tornare i conti. Chi ha vinto gli scudetti ha sempre avuto la migliore difesa e quasi mai il miglior attacco. Chiedete a Cavani, Lavezzi, Hamsik: se andate a vedere, noi giocavamo 70′ nella loro metà campo. Cosa voglio dire? Si può anche fare 4 gol e prenderne tre e vincere, ma non paga secondo me questo atteggiamento.”

Domani stesso modulo? “Domani si vedrà. Proverò e proveremo. C’è anche un minimo di scaramanzia. Intanto cominciamo a sentirci positivi”.

Nazionale?Mi ha fatto piacere essere stato chiamato dal Torino. Ho sempre potuto scegliere progetti. E’ stato bello essere chiamato qui”.

Obiettivo Europa League?Gli obiettivi non si dicono, si cercano di raggiungere. Alla fine si valutano i risultati. Programmare non va mai bene. Bisogna solo lavorare di partita in partita. Lo spirito di Mazzarri è sempre partita per partita: cresceremo se penseremo partita dopo partita, correggendoci dopo. Alla fine i risultati si valutano, vedremo dove siamo arrivati. La somma dei punti porterà a qualcosa. La programmazione non è altro che lavorare così. I giocatori devono sapere che si lavora così, facendo così arriveranno i risultati. Quando esordimmo col Manchester City in Champions col Napoli eravmo tutti esordienti: abbiamo preparato la partita così, senza pensare agli obiettivi. Io parlo del Napoli, ma se volete anche dell’Inter: finché c’era Moratti eravamo secondi in classifica. La società è fondamentale per un allenatore. Questo per elogiare anche il periodo all’Inter. Tutte l’esperienze che ho avuto mi hanno formato, anche quelle apparentemente negative. E questa esperienza voglio darla ai ragazzi.”

Cosa le lascia l’anno in Premier? Avevo bisogno di stimoli. Ho capito tante cose, che tengo nel mio bagaglio. E’ stata un’esperienza bellissima. Mi è piaciuto, però, tornare in Italia. Avrei potuto continuare all’estero, ma ho preferito tornare qui”.

 

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