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Tony Iavarone: “Quei fischi al Pocho”

L’editoriale di Tony Iavarone:

“Purtroppo è andata così, senza miracoli e grandi imprese. È difficile da assorbire l’addio alla Champions, però lo sport è questo. Il Napoli s’è tenuto stretto il sogno fino all’ultimo , poi s’è svegliato accorgendosi che l’inseguimento alla zona d’oro era sì affascinante, ma ormai impossibile. Finisce con la rabbia e le lacrime di quelli che meritavano di proseguire, che avevano forza, voglia e pubblico costantemente dalla loro. La vittoria sul Siena è solo un modo degno per chiudere la stagione: tuttavia non conduce al traguardo che sino a quindici giorni fa sembrava plausibile e che avrebbe preannunciato un’altra annata di entusiasmanti avventure, magari da vivere ventre a terra tra le grandi d’Europa.
Il riscatto
Invece il Napoli si è ritrovato senza la Champions e con un enorme rimpianto: aver dilapidato le sue chances al fotofinish, in mezzo alla tormenta emotiva delle voci di mercato e quand’era stancamente poggiato su una rosa di calciatori che ad inizio stagione sembrava fosse ricca di qualità e che invece non s’è rivelata tale. Insomma, col passare delle partite, con l’alternarsi di match di coppa e campionato pareva che ogni ambizione fosse legittima, che ogni vittoria costituisse il viatico per una progressione sofferta ma costante. È subentrata, invece, la delusione, pur se bisogna riconoscere che in questa stagione al Napoli non è mancato neppure un atomo di emozione, è capitata ogni sorta di sorpresa calcistica, a parte la gioia finale che qualcuno deve pur vedere sfuggire, oggi a me e domani a te. C’è però un lato negativo da non sottovalutare. Questo addio alla Champions può inquinare le certezze sull’immediato futuro del Napoli, può ingarbugliare un destino orientato alla rassegnazione proprio alla vigilia dell’ultimo obiettivo: la coppa Italia. Ecco perché non è tardi per dare una lucidata alle ambizioni. Anzi la caduta di ieri non deve cancellare né la voglia di sentirsi pronti per la finale di Roma, né un certo orgoglio per un percorso iniziato con un girone europeo che pareva proibitivo (Manchester City, Bayern Monaco, Villarreal) e che ha invece visto tornare a casa inopinatamente gli inglesi di Mancini e Balotelli, ovvero i freschi campioni d’Inghilterra. E il Chelsea li avrebbe anche imitati, se i tre volponi rivitalizzati da Di Matteo (Drogba, Terry e Lampard) non avessero segnato tutti insieme, allegramente, come un tempo. Che aggiungere? Il Napoli ha vissuto il suo sogno fino in fondo, senza risparmio. Pur se non è bastato il cuore profuso in questa ultima partita ad alleggerire il peso e le colpe. Di solito le buone idee hanno un solo padre, mentre i disastri ne contano moltissimi. Alla regola non sfuggirà nemmeno la squadra azzurra se non dovesse superare fra sette giorni la Juve. Eppure la rifondazione di Mazzarri ha portato, finora, un terzo, un quinto e un sesto posto in classifica e un gioco in linea con le tendenze del calcio più attuale.
Quei fischi
Finale su Lavezzi. Comunque finisca questa storia sia chiaro che il Pocho ha dato tanto al Napoli e viceversa: quindi se i conti di entrambi – e dei tifosi che hanno grandi aspettative sul futuro della loro squadra – tornano, meglio salutarsi presto e bene”.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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