L’editoriale di Tony Iavarone:
“Il Napoli c’è, eccome. E con ogni logica probabilità ci sarà fino alla fine. Scavalca l’ostacolo-Udinese, che ancora cantava vittoria dopo l’impresa dell’Anfield Road. Supera anche le proprie contraddizioni prodotte dalla deprimente sconfitta di Eindhoven e forse anche la sorpresa di trovarsi contro una squadra diversa dalla solita Udinese, capace di coprire come una ragnatela il proprio fronte d’attacco: quattro, cinque uomini impegnati sistematicamente nel tentativo (pressoché vano) di prendere a pallate la difesa napoletana. Ma i capolavori vengono realizzati dall’altra parte del campo. Da autentico top player, qual è, Cavani, che ama partire da lontano, con una torsione al volo, di tacco smista il pallone verso il centro dell’ area, dove sta arrivando di corsa Maggio. Palla a seguire col destro, ossia pallone allungato per Hamsik: gol, 1-0.
Poteva dilagare, il Napoli, nel primo tempo: un rigore evidente valutato con la solita dose di sicumera arbitrale, almeno un’occasione non sfruttata da Pandev – poi si riscatterà con la zampata da goleador per il 2-1 finale- ed infine una batteria di tiri da lontano di Hamsik che mettono ansia alla difesa udinese. Il tutto succede quando Mazzarri ha avanzato ancor di più, dal centrocampo, il tenace Marek, per inserirlo come un cuneo sulla linea di Pandev e Cavani. Insomma, il Napoli è come un pugnale retrattile che colpisce e poi – con la sana, vecchia marcatura a uomo, a tutto campo – limita il raggio d’azione degli avversari.
La mossa vincente
Non è solo in questa mossa il sorprendente rendimento del Napoli, da molti giudicato il miglior team visto in questo campionato nato bene e che sta continuando meglio. Pur se la squadra azzurra riusciva a sviluppare il solito gioco con l’identico problema: era efficace sulla sinistra con le avanzate poderose di Zuniga, ma quasi invisibile a destra. Nonostante ciò, la manovra del Napoli risultava allungata e distesa, non badava a fronzoli ed otteneva più frutti. Temporaneo allarme, tuttavia, la sbandata a sinistra di Zuniga e Gamberini – entrambi oltre la loro posizione – che ha regalato il gol a Pinzi. Interessante e proficuo il modo di Mazzarri di ridisegnare la squadra nel secondo tempo: dentro Insigne, fuori Pandev. Il Napoli si ritrae e balena, Guidolin tenta di invertire il corso degli eventi col cambio Ranegie per Pinzi. Ma è un tentativo e basta. A quel punto la partita, molto corretta, va detto, è praticamente chiusa.
La stagione giusta
Degli azzurri ha impressionato ancora una volta la maturità complessiva, la capacità di soffrire senza disunirsi quando aveva il vento contro, la freddezza di affondare i colpi quando se l’è sentito a favore. Bene Inler, una pulizia di palleggio quale da tempo non si vedeva. Con il Napoli di ieri sera s’è capito che il testa a testa con la Juve diventa il tema conduttore della stagione. Al solito contropiede ipnotico ha alternato scatti micidiali e tocchi di prima, sostenuti da una condizione atletica decisamente migliore e mentalità fresca e giovane. Signori, questo può diventare l’anno del Napoli: De Laurentiis, insieme con Mazzarri, ha messo su quella gioiosa macchina da applausi e gol che da tempo mancava”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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