L’editoriale di Tony Iavarone
“Un trionfo con gli occhi velati di gioia, un’impresa che ha fatto suonare clacson e mortaretti, che ha srotolato bandiere, fazzoletti e panni qualsiasi purché azzurri. Il boato s’è alzato un po’ovunque perché era la notte del Napoli. Lo sentivano i tifosi dell’Olimpico e le decine di migliaia che sono scesi per le strade della città. È stata la grande notte, la notte della Coppa Italia. Ecco si aspettava una finale così, ma si aveva timore di dirlo, quasi fosse una missione impossibile. E invece è stato realizzato un capolavoro: aggiudicarsi con l’animo dei forti un trofeo e una finalissima in uno stadio per grandi eventi, una quinta teatrale dedicata solo alle rappresentazioni di prima levatura. Esserne stati lontani per anni non ha aumentato. La lunga assenza da quelle scene è però reciproca: un duello così è mancato al Napoli e il Napoli è mancato alle sfide che contano. Ieri sera si è fatto pari e patta col passato, e in qualche modo si ritorna.
La doppietta
Fiorisci bel fiore, dunque. Un risultato netto, tagliato su misura per una partita da nervi tesi: rigore di Cavani e poi Hamsik. È stata una gara durissima, ma appassionante da vivere. La partita comincia con una mossa a sorpresa, non nella formazione, ma nella posizione degli uomini in campo: Mazzarri alterna per almeno un’ora il 3-5-2 con un 3-4-4. Questo Napoli rivisitato ha molto abbassato la cresta degli juventini, che non hanno trovato gli spazi sognati e a un certo punto si sono rassegnati a giocare in contropiede. Se, per i partenopei, la prima parte del lavoro era riuscita, restava la seconda. Cioè, fare gol. Qui, pur non giocando in modo rinunciatario, il Napoli ha scontato la serata non eccezionale di Cavani, l’unico al di sotto dell’ottimo rendimento dei compagni.
La prima volta
Per battersi si è battuto, ma ha fatto molta confusione e in più di una circostanza ha dimenticato quanto sappia rivelarsi risolutivo sotto porta. Ma davanti alla Coppa Italia che torna in bacheca dopo 25 anni e vivendo con emozione il primo trofeo dell’era De Laurentiis, nessun appunto ad un azzurro ha ragione di esistere. È solo da applaudire a lungo, il Napoli. Intanto, ha reso un favore a se stesso, uscendo ingigantito da quello stadio che secondo i pronostici doveva costituire la sua fossa. Poi ha ribadito la forza della guida tecnica di Mazzarri, il suo coraggio nelle scelte, la sua abilità da stratega, la sua tempra nel tenere insieme il gruppo Napoli. Un tecnico che ha saputo prendere per mano un mucchio di calciatori e con il tempo farne una squadra che gioca ad armi pari con tutti: in Italia e in Europa. Già, perché anche nella Champions del Chelsea s’intravede un pizzico di Napoli. Godiamoci questa vittoria da pesanti emozioni, da cuori forti perché rappresenta un successo senza sospetti, senza episodi dubbi. Per gli azzurri è il segno di una squadra in salute, così matura da tirare la stoccata al momento buono, quando già la Juve pensava ai supplementari.
I pronostici
È andata bene, benissimo, ma non per caso. Questa è una vittoria molto voluta ed è una vittoria di tutta la squadra. Ieri sera nessuno ha cercato il numero personale, l’angusta vetrina da egoista, tutti hanno giocato con e per la squadra. Ed è davvero difficile individuare il migliore. Bravi tutti, una volta si diceva così, e grazie”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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