L’editoriale di Tony Iavarone per “Il Mattino”
“Un’antica leggenda del calcio sostiene che le partite vinte nel modo più opportunistico sono quelle che alla fine ricordi come le più belle. Tale interpretazione, alla luce dell’1-0 alla Samp, appare abbastanza centrata. Match ruggente, Napoli tutt’ altro che perfetto: ha prevalso col piglio della squadra matura, perché quando manca la brillantezza soccorrono altre doti. Napoli e Juve anche oggi restano lassù, in cima alla classifica. Oggi le milanesi e le romane sono staccate dai quattro ai nove punti. E sono trascorse appena sei giornate di campionato: un inatteso abisso. La vittoria più sonante è del Napoli, perché è stata la più difficile. I tifosi cominciano a sognare in grande, e la squadra li autorizza pienamente, grazie ad un impianto solido che Mazzarri ha fin dall’ inizio costruito secondo un modulo decisamente all’ italiana. Attenzione, non si parla di catenaccio ma di estrema cura e abilità nella manovra rapida che ribalta il fronte di difesa in attacco. Pandev (ieri non in condizione) e Insigne saranno anche meno appariscenti di Lavezzi, e meno veloci, ma si rivelano più utili, più altruisti. E soprattutto più adeguati agli inserimenti di Hamsik: l’azione del rigore parla da sola, spiega come il prodigioso ragazzo dai capelli elettrificati costituisca un valore aggiunto.
I volti del Napoli
Grande risultato e Napoli cinico, non irresistibile, ma freddo, sprezzante del pericolo. In una giornata contorta, visto come s’era messa la partita, senza la frusta di Mazzarri (espulso: toh, guarda da chi? Tagliavento, uno dei demolitori del Napoli in Supercoppa) gli azzurri spesso sono andati in bambola. Tuttavia il Napoli continua a fornire la sensazione di divertirsi nel mostrare tutte le sue facce: subisce e rimonta, si ferma su ritmi da «adagio» da opera lirica, conclude con «crescendo» molto intensi. Che nel finale si presentasse ancora uno degli attaccanti (Insigne) davanti a Romero la dice lunga sulla vitalità di una compagine che si deprime e si esalta, regalando imprese di cui è piuttosto avaro il campionato. Si parlerà di vittoria del cuore, di successo spiritato e striminzito. Giusto, la generosità serve anche a raddrizzare partite complesse come quella ben preparata da Ciro Ferrara. L’incursione di Hamsik, per quando e come è arrivata, avrebbe potuto trafiggere anche avversari più esperti della Samp. A tutta velocità Marek, che Gastaldello aveva perso per strada e poi ha falciato, ha seguito l’azione fin dal lancio di Inler e s’è presentato a centro area per la secca conclusione di destro. A proposito di rapidità: dal tocco di Inler al fischio dell’arbitro (rigore) sono passati solo sette secondi.
I meriti del gruppo
Insomma, questo Napoli non lascia nulla di intentato. Nonostante le sbavature a centrocampo, al di là di Pandev, che magari già giovedì in Europa League sarà meno flebile. Sono dettagli, anzi la circostanza che più d’un giocatore azzurro non abbia disputato la sua partita più convincente aumenta i meriti del gruppo, ben oltre quelli di Cavani e Hamsik”.
La Redazione
P.S.
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