Resta Doblas. Ma per fare il turista, per godersi Napoli, per ammirare le bellezze di una città che in pochi mesi l’ha stregato. Ha invitato anche due amici dalla Spagna. Li ha prelevati personalmente a Capodichino. Girerà tra le isole e la costiera, passeggerà tra i vicoli del centro storico, scorrazzerà con quella utilitaria che a Castelvolturno riconoscevi tra macchinoni grossi e di lusso. Ieri, un giorno, trascorso tra mare e sole. Pranzo sul porticciolo di Pozzuoli e un tuffo sulla spiaggia di Bacoli. « Sono posti incantevoli, resterò qui ancora per un po’. Farò le vacanze. Napoli somiglia tanto all’Andalusia. C’è un calore della gente straordinario. E’ davvero un peccato doversene andare» . Eh sì. Perché forse Doblas c’ha sperato di rimanere. Da giocatore. Pure se in fondo l’accordo, e i patti, erano chiari. Serviva un secondo portiere, un vice Reina, l’alternativa a Rafael che s’era appena rotto il ginocchio a Swansea. La trattativa, fu lampo. Anche se complicata. Doblas uno dei nomi della lista. S’era trovato in un fattaccio. Giocava in Azerbaigian, nel Xezer Lankaere. Gli avevano promesso ricchi premi e cotillons. E soprattutto una città, al di là del modesto campionato locale, vivibilissima. Non era proprio così. Lasciò tra polemiche e mugugni dopo aver preso sei gol in un tempo soltanto nei preliminari di Europa League contro gli istraeliani del Maccabi Haifa. «Fortuna che è arrivata la proposta del Napoli, cercavano un secondo e hanno pensato a me» . Doblas si racconta a radio CRC. Sincero, brillante, diretto come sempre. Xavi Valero, il preparartore dei portieri, fu il gancio dell’operazione. Intuizione e azione. Si mosse Bigon, si attivò Benitez, si preoccupò Reina. Appena sbarcato a Napoli, subito invito a pranzo. Porte spalancate di casa e dello spogliatoio. Non in campo. Lì si para. «Pepe è un gran portiere, un amico. E’ un leader, si sente il gladiatore della squadra. Non so se rimarrà a Napoli. La città gli piace e sta benissimo con la sua famiglia. Purtroppo è però in prestito e dovrà prima far ritorno a Liverpool». I ringraziamenti di Benitez sul suo sito ufficiale l’ultimo saluto. Formale. L’abbraccio di tutti l’aveva invece già ricevuto domenica notte, a cena, da tutta la squadra. S’è scatenato, Doblas. Ballerino provetto. Passi di danza con la stessa agilità con cui s’allunga da un palo all’altro. Pure De Laurentiis ne è rimasto impressionato. «Magari faccio un reality. Ci siamo divertiti. Anche Zuniga e Zapata non sono male». Il futuro, adesso, tutto da capire. Napoli l’ha rilanciato. Più che l’ingaggio, poco più che un rimborso spese per neanche tre mesi, se ne va con la consapevolezza che a certi livelli può ancora starci. Trentatré anni, centoeuno i minuti giocati: la carica che si porterà dietro. Un gol preso a Genova con la Samp: imparabile la botta di Wszolek. Poi tutta la partita tra i pali contro il Verona. Pagella positiva. Sulla punizione di Iturbe, deviata, non poteva far nulla. «E’ stata una grande esperienza. La finale di Coppa Italia è un momento che resterà con me per sempre. Sono certo che il Napoli in un paio di anni sarà ai vertici. De Laurentiis e Bigon sono le persone giuste di un progetto ambizioso». Simpatico, amante della musica rap napoletana, appassionato di scrittura. Doblas ha un blog e su twitter annota pensieri, “posta” le foto, racconta sensazioni ed esperienze. «Napoli mi rimarrà dentro, resterò per sempre un tifoso azzurro. Grazie a tutti». Grazie, Doblas.
Fonte: Corriere dello Sport
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