L’ultimo stadio in realtà è sempre il penultimo e non c’è giorno e non c’è notte che il pensiero fisso non si sparga intorno al San Paolo e alle sue (eventuali) ceneri: la storia che gronda è là dentro, in quell’involucro rimesso in piedi faticosamente attraverso interventi a ripetizione, ma il tempo passa e i cinquantadue anni si sentono tutti, tra spifferi di vento e goccioline di pioggia. «C’è un’ipotesi…. ». C’è una tentazione forte che galleggia nell’aria e un’idea che ciclicamente riprende vita: e però, mentre le luci della ribalta illuminano (il) Napoli, le ombre della burocrazia l’allungano inevitabilmente su ogni possibile soluzione.
FUORIGROTTA- Quel gigante maestoso – vagamente ciondolante – che domina Fuorigrotta, con la corazza di scudetti e di coppe, con l’atmosfera magica e insopprimibile di ciò che resta dei quei favolosi anni ‘80, è un museo che tracima ricordi, ma in questo calcio evolutosi pure nella fondamenta e che tra Germania e Inghilterra esibisce modelli da emulare, c’è un bel po’ di ruggine che brilla. Il vecchio, carissimo San Paolo è ormai uno scheletro, e la domanda che s’insegue spontanea rimane pregnante: cosa farne? Come se fosse facile spazzare via la polvere; e come se fosse semplice metter su un progetto, stanziamenti. Come se fosse un gioco, la discussione rimane al centro del campo; ed ai margini d’una realtà affrontata – su Radio Kiss Kiss – da Pina Tommasielli, assessore allo Sport del Comune di Napoli, s’intravede una sagoma che pare un sogno, oppure un incubo, chissà. «C’è una eventualità per il nuovo stadio e riguarda la zona di Ponticelli: è stata individuata quest’area e c’è una interlocuzione con De Laurentiis, propenso a valutare questa alternativa. Però sia chiaro che non c’è nulla di definitivo e per una questione di correttezza e non vogliamo avventurarci in discorsi che poi dovrebbero essere smentiti». L’ultimo stadio rimane il San Paolo, per il momento.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
