Una dottoressa al capezzale dello sport. In un lunedì mattina col respiro sospeso, mentre De Laurentiis parla all’assemblea dell’Unione Industriali al cospetto di Napolitano, de Magistris e Caldoro, il cellulare di Pina Tommasielli, assessore ancora in pectore, non smette di squillare. «La Coppa America qui? — dice il presidente azzurro —. Ne parlo dal 2000». E sul San Paolo: «Il nuovo sindaco è intelligente. Faremo un tavolo permanente di una quindicina di giorni, speriamo di realizzare quello che ci chiederà l’Uefa». Ma c’è molto altro, oltre il tempio del pallone. Alla Tommasielli, una delle quattro donne della nuova giunta comunale presentata ieri sera, toccherà il compito di riuscire dove il predecessore Alfredo Ponticelli ha fallito: cancellare dalla geografia urbana le vergogne di una città che da una parte si esalta per i gol di Cavani ma dall’altra vede negati allo sport spazi ed occasioni. Il pensiero va dritto allo stadio Collana e al Mario Argento, emblemi del fallimento di una classe dirigente. Le questioni aperte sul tavolo del nuovo assessore allo sport, però, sono numerose.
Assessore, c’è l’imbarazzo della scelta. Ha già in mente delle priorità?
«Il Collana, per quello che rappresenta, è tra queste. Lo stadio del Vomero ha subito un degrado lento, ma inesorabile. Se non ci sono strutture sportive, i ragazzi restano davanti alla tv. Non a caso, Napoli è maglia nera in Europa per l’obesità infantile. Ma dobbiamo anche riattivare tutto quello che langue nelle periferie, dove i luoghi di aggregazione sottraggono i ragazzi alla cultura dell’illegalità. Il legame tra politiche giovanili e sport deve diventare elemento caratterizzante di questa amministrazione».
Un sondaggio Ipsos lo conferma: una delle poche eccellenze della città, oggi, è il calcio. Con la Champions da affrontare, lo stadio sarà all’altezza del massimo palcoscenico europeo?
«Certamente. Nell’immaginario dei napoletani il San Paoloè il luogo dello sport e dell’aggregazione per eccellenza. Anche se non esistono discipline di serie B, hanno tutte uguale dignità».
A proposito di grandi eventi, si riparla diCoppaAmerica: un’altra illusione?
«Non credo. Con questa amministrazione si sono riaccesi i riflettori su Napoli. Dobbiamo far uscire la città da una condizione depressiva e un grande appuntamento internazionale come l’America’s Cup può contribuire ad un rilancio sul piano dell’immagine e dell’economia ».
Prima di diventare sindaco, de Magistris aveva promesso alla Gazzetta impianti sportivi in ogni municipalità. Un impegno che anche la Iervolino aveva assunto, senza però onorarlo. Crede che sia la volta buona?
«Prima di tutto va rivalutato quello che abbiamo. Nonservono cattedrali nel deserto ma piccoli, concreti interventi che diano un segnale immediato di cambiamento, soprattutto nelle periferie. Dobbiamo subito far ripartire la città».
Dovrà fare i conti con un bilancio anemico: serviranno i privati?
«Nessuna preclusione per i privati, se fanno impresa etica. E non avremo neanche preclusioni ideologiche: per chi lavora bene e con onestà, le porte saranno aperte. Il Comune, però, vigilerà per garantire una trasparenza assoluta, a tutela dei beni comuni».
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
S.D.
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