Lo scudetto, il Mondiale, la numero 10 del Napoli. Sono tanti i pensieri di Lorenzo Insigne, all’inizio della stagione più importante della sua carriera, quella in cui Il Magnifico deve necessariamente consacrarsi per entrare di diritto nella storia del proprio club e del calcio italiano.
Da gennaio a maggio, insieme a Mertens, ha trascinato i partenopei a suon di gol, assist e prestazioni sontuose; ora è atteso al definitivo salto di qualità, raggiungibile solo con la continuità di rendimento e la piena consapevolezza di essere diventato l’elemento chiave nello scacchiere di Sarri. A Verona si è rivisto l’Insigne della seconda parte dello scorso campionato: encomiabile per lo spirito di sacrificio in fase difensiva, incontenibile quando punta l’avversario e riesce a sfoderare tutta la sua classe. Un vero leader, sempre più conscio delle proprie qualità e del ruolo determinante che potrebbe ricoprire, ormai, in qualsiasi squadra. Nel calcio, però, contano le vittorie e i riconoscimenti personali: per Insigne e il Napoli, i tempi sono ormai maturi.
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