Lillian Thuram, ex difensore -tra le altre- di Parma e Juventus e Campione del Mondo con la Francia nel ’98, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport:
“Buu razzisti? Cosa possono imparare se da tanti anni si parla e non si fa niente? Per imparare bisogna muoversi, prendere delle decisioni per risolvere il problema. Se non viene fatto niente, si dà il diritto di continuare a chi si comporta in un certo modo. Chi comanda evidentemente non considera gravi i ‘buu’ e il razzismo. C’è tanta gente che parla, sottolinea la necessità di cambiare e poi non fa niente, vuol dire che è d’accordo con quelli che fanno ‘buu’. Qualcuno si arrabbierà per le mie parole, ma la penso così. Se ti dà fastidio una cosa, fai di tutto per cambiarla. In Francia per esempio gli arbitri interrompono le partite in caso atteggiamenti contro l’omosessualità sugli spalti: sospendere la gara e mandare le due formazioni negli spogliatoi vuol dire educare la gente. In Italia non mi ricordo prese di posizioni così forti. Per un italiano è difficile dire che l’Italia è razzista. Idem per un francese con la Francia e così via. E’ una cosa che capisco, perché non è facile vedere le cose come sono realmente quando sei emotivamente coinvolto. L’Italia è sessista, omofoba e razzista come quasi tutti i paesi. Chi dice che c’è più razzismo in Italia rispetto alla Francia o altrove sbaglia. A me l’Italia piace: da voi ho vissuto bene, ho amici e tornerò sempre volentieri“.
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