Il piccolo tifoso azzurro indossa la maglia numero 9 e tiene in mano una bandiera che è quasi più grossa di lui con lo scudetto del 1990 e una scritta: «Campioni d’Italia». Il papà sorride orgoglioso. La bandiera, ovvio, è la sua. La maglia, invece, è quella all’ultimissima moda, la camouflage, che tanto è piaciuta a De Laurentiis junior da farne divisa ufficiale. Il piccolo tifoso azzurro è una macchia in mezzo alla marea umana che si muove tutto intorno al San Paolo. Gente di tutte le età, proveniente dalle località più disparate pur di non perdersi l’esordio in Champions. Un’ora e mezza prima che lo spettacolo abbia inizio lo stadio ha già assunto la fisionomia delle grandi occasioni. Tutto esaurito, biglietterie chiuse. Gli unici seggiolini vuoti sono quelli lasciati liberi dai tifosi del Borussia Dortmund: dei 5.200 tagliandi per gli ospiti, 3mila sono rimasti invenduti.
Il San Paolo è una bolgia, una sorta di arena d’altri tempi. «Na-po-li», scandisce la voce dello speaker pochi minuti prima dell’inizio dell’incontro. Da ’O surdato ’nnamurato nelle versione «new age» al più spontaneo «Chi non salta bianconero è», il San Paolo vibra di passione. Le due curve mostrano le loro coreografie. Uniche. Una città intera canta e balla, sogna e progetta. Klopp, l’allenatore del Borussia, è affascinato. Incrocia De Laurentiis prima del via: cordiali saluti, pacche sulle spalle, il presidente aveva cercato questo tecnico prima di Benitez.
Il popolo azzurro ha fame di Champions League. «575 giorni dall’ultima volta che abbiamo ascoltato quella musica al San Paolo», è apparso sul twitter del Napoli poche ore prima del match. Troppi. E adesso che gli azzurri sono tornati nell’elite delle migliori 32 d’Europa i tifosi non vogliono abbandonare lo show così presto. «Facciamo tutti sentire il nostro calore ai ragazzi che stasera affrontano una delle squadre più forti d’Europa. In campo senza paura!», esorta De Laurentiis con il suo solito tweet pre-gara. Ce ne sono oltre 55mila.
Poi il boato quando, alle 20.06 entrano in campo gli undici eroi azzurri. Prima Hamsik e poi tutti gli altri accompagnati da un boato assordante. In tribuna sfilano i giocatori che non giocano e il ct azzurro Cesare Prandelli, accompagnato dal funzionario federale Giulio Pazzanese: incontra il magistrato della Dda Antonello Ardituro per mettere a punto la visita della Nazionale a Quarto, sul campo della squadra antiracket, prima di Italia-Armenia che si giocherà a Napoli il 15 ottobre.
Fonte. Il Mattino
La Redazione
M.V.
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