Sono lassù, decimo piano dell’Hotel Vesuvio. Napoli è ai loro piedi. «Siamo qui per lavorare e vincere. Per portare questa squadra su livelli mondiali». Parola di Callejon e Higuain, che hanno cambiato insieme maglia, passando dal Real Madrid al Napoli. «Niente raffronti, sono situazioni differenti». Un’ora e dieci minuti lassù, li raggiunge telefonicamente De Laurentiis da Roma. Il presidente fa domande. C’è un clima allegro. Si avverte un senso di amicizia. «Ciao presidente», dicono Callejon e Higuain. E De Laurentiis: «Gagliardi, ragazzi. Diamo fuoco al BvB. Sportivamente parlando, intendo: con la nostra grande passione».
Quale emozione dà il debutto in Champions con il Napoli?
Higuain: «È un’esperienza nuova, partiamo con l’obiettivo di andare il più avanti possibile e per farlo dobbiamo cominciare bene contro il Borussia. Se vinciamo, possiamo convincerci di poter fare strada in questa competizione».
Callejon: «La penso come il Pipa. Sarà affascinante giocare la Champions».
Maradona non ha vinto la Coppa Campioni: e se vi riusciste voi, con questa squadra?
Callejon: «Dobbiamo pensare che la Champions è la competizione più difficile, più dura. Cerchiamo di cominciare bene, con i primi tre punti. Certo, riuscire là dove nessuno ce l’ha fatta sarebbe bellissimo».
Higuain: «Venendo qui ho trovato un gruppo che aveva ottenuto straordinari risultati e un grande allenatore. Siamo qui per giocare e vincere, per lasciare un segno nella storia del Napoli e per regalare una gioia ai tifosi che la meritano».
Le vostre cifre con il Real in Champions sono particolari: per Callejon sette gol in nove partite, per Higuain otto gol in quarantotto.
Callejon glissa: «È affascinante la Champions, vorrei raggiungere risultati importanti anche con il Napoli».
Higuain è esplicito: «Io devo preoccuparmi di giocare bene per la squadra. Di dare il massimo. Non sono preoccupato per i gol, la media gol non è un problema che mi tormenta».
Il Napoli è primo in Italia: dove potrà arrivare in Europa?
Higuain: «Il Napoli è importante in Italia e noi lavoriamo per portarlo a livelli mondiali. Proviamo ad iniziare con una vittoria questa Champions».
Callejon: «Speriamo di crescere quanto più è possibile».
Ma siete sorpresi da voi stessi, da questa entusiasmante partenza?
Higuain: «Perché dovremmo essere sorpresi? Qui c’era una buona base, è arrivato un grande allenatore, abbiamo fatto nove punti e segnato nove gol, offrendo grande calcio».
Squilla un cellulare. Dagli uffici romani della Filmauro arriva la voce di De Laurentiis. Che diventa giornalista e fa domande, senza la necessità dell’intervento dell’interprete perché i quesiti sono chiari, secchi.
De Laurentiis ad Higuain: «Ti aspettavi tanto calore a Napoli?».
Higuain: «Me l’aspettavo, presidente. Avevo parlato con amici che giocavano qui. Sono contento dell’affetto dei tifosi, mi trattano bene. Non meglio di Madrid, non dico questo: sono contesti differenti. La passione di Napoli è come quella di Buenos Aires».
De Laurentiis: «Là c’è il tango, qui la tarantella».
Higuain: «Conosco la tarantella. No, il tango non lo ballo: è difficile».
De Laurentiis: «E tu, Callejon, pensi di segnare i 15 gol fissati come obiettivo? Hai cominciato con tre gol…».
Callejon: «Per me è importante essere utile alla squadra e tentare di vincere dei titoli».
De Laurentiis: «A Dimaro hai detto che il Napoli avrebbe puntato allo scudetto: lo hai detto perché eri ai primi giorni, magari preso dall’entusiasmo…».
Callejon: «Puntiamo a vincere lo scudetto, certo. Siamo venuti qui per lavorare bene e raggiungere risultati importanti».
De Laurentiis: «Una domanda ad entrambi: cosa vi piace di più di Napoli?».
Callejon: «Il traffico».
Higuain: «Anche a me piace il fatto che ci siano poche auto e che si possa guidare tranquillamente… Ma no, mi piacciono il mare e la gente, sono qui con compagni che conosco da quattro anni e che mi aiutano. La città è bellissima: sono grato a chi mi ha voluto qui».
De Laurentiis: «Gonzalo, se il problema è il traffico devi prendere una Smart… Ditemi una cosa: ma conoscevate Benitez?».
Higuain: «Siamo stati in Champions, non lo conoscevo personalmente».
De Laurentiis: «Qual è il compagno più simpatico?».
Higuain e Callejon: «Reina. Il più divertente, sempre con la battuta pronta».
Avete lavorato con Mourinho e Benitez: differenze?
Higuain: «Due allenatori vincenti. Sono felice di lavorare con Benitez così come sono stato fortunato a lavorare con Mourinho. Due professionisti che insegnano tanto ai calciatori».
Il presidente si appassiona, però poi l’intervistatore torna ad essere l’intervistato. E si parla di questo primato che premia il mercato del Napoli.
De Laurentiis: «Mi chiedete se sono soddisfatto e io dico di sì: sono molto soddisfatto. Per nove anni ho dovuto rinunciare a fare film internazionali per seguire il calcio e mi dicevo: possibile mai che non riesco a internazionalizzare il calcio? Proprio qui, con la napoletanità che è simbolo della internazionalizzazione? Ho detto basta e ho dato il via a questo processo. Villas Boas e Pellegrini erano due nomi di allenatori che mi frullavano per la testa, poi ho conosciuto Benitez. Un allenatore che ha vinto di più, ma non l’ho scelto solo per questo. Ho apprezzato il suo grande trasporto verso la famiglia e noi De Laurentiis teniamo in alta considerazione questo concetto. Il Napoli è una grande famiglia con Benitez, che ha vinto tanto e conosce il mondo».
Interverrete ancora sul mercato?
De Laurentiis: «Vediamo i giocatori come si adattano, se è il caso di mandare alcuni ad esprimere le loro qualità altrove. Una sessione di mercato non è sufficiente, lavoriamo in funzione di un progetto da sviluppare nel tempo: abbiamo voltato pagina, per un nuovo quinquiennio o per un nuovo decennio».
È ovvio, naturale, accostare Higuain a Maradona, che è stato il suo ct nell’infelice Mondiale del 2010 in Sudafrica e che ha paragonato il Pipita un po’ a Batistuta e un po’ a Crespo. «Io so cosa è stato Maradona a Napoli e magari potessi entrare nella storia come lui. Sarebbe il massimo raggiungere la sua popolarità, tuttavia io voglio migliorare giorno dopo giorno». Si irrigidisce sui paragoni: «Non chiedetemi a chi rassomiglio: non risponderò mai».
Ascoltando le voci di tre protagonisti del Napoli, due sul campo e uno in cabina di regia, si annusa la felice emozione dell’evento che sta per arrivare. De Laurentiis la esprime così, con una concreta valutazione del girone di Champions: «È tostissimo. Siamo partiti bene in campionato, ma non illudiamoci che siano facili le partite contro squadre forti. Abbiamo fatto innesti importanti, il Napoli è in crescita e ora gioca in maniera meno prevedibile. Ma il Borussia è fortissimo, ha un tecnico che è un maestro e ha calciatori rodati. Speriamo di poter fronteggiare la squadra più forte d’Europa, non vorrei che i miei credessero alla favola di Cenerentola e del principe azzurro, scoprendo che il Borussia è la matrigna…». E poi la rivelazione: «Ho cominciato a seguire in febbraio Aubemayang e avrei voluto prenderlo. Hanno Lewandowski, un fenomeno, però soprattutto mi complimento per lo scouting del Borussia, che segnala i giovani che poi Klopp ha il coraggio di far giocare. Io credo nei giovani, per me è giovane anche un calciatore dell’87. Penso sempre al futuro. Il Borussia ha un’impostazione garibaldina, non tradizionale: mi auguro che Benitez ci metta una pezza».
Callejon è la grande sorpresa di questo inizio di stagione, con i suoi tre gol. Ma riuscirà a conquistare il posto nella Spagna campione del mondo? «In quel gruppo ci sono calciatori fortissimi e non è facile entrarvi. Io lavoro duramente per la mia squadra ed è questo lavoro che adesso mi sta premiando. Poi vedremo», dice uno dei tre ex del Real. De Laurentiis allarga il discorso sugli stranieri e vi inserisce Vargas, il cileno che nel Napoli di Mazzarri è stato oggetto misterioso e che nella sua nazionale fa faville: «A volte non ci rendiamo conto che questi sono ragazzi che arrivano da altri paesi, hanno difficoltà a parlare la lingua e ad ambientarsi, devono adeguarsi ad un mondo dove vi sono belle auto, donne fantastiche…».
Gli obiettivi del Napoli sono altissimi: Mondiale, Champions, scudetto.
Higuain: «Lotto per tutti e tre gli obiettivi. Lavoriamo per arrivare ai massimi livelli».
Sono affiatati, Caleti e Pipita, anche fuori dal campo. Uno risponde ad una domanda e l’altro copia la sua risposta. «Lo mismo», lo stesso. A Madrid è affiorato il rimpianto per le loro partenze. Higuain risponde anche per Callejon: «Siamo felici qui, pensiamo al Napoli e a portarlo il più in alto possibile. Noi abbiamo accettato questa sfida e vogliamo vincerla».
Ma come vi ha conquistati De Laurentiis?
Callejon: «Con il progetto, con la voglia di compiere il salto di qualità».
Higuain: «Mi ha convinto la sua sincerità. Il progetto mi è piaciuto e ho valutato che nove anni fa questa squadra era in serie C».
Sono tornati i campioni in Italia, non soltanto a Napoli. «Ma la serie A è stata sempre un campionato affascinante», dice Higuain, facendo un lungo salto nel passato. «Ricordo che in Italia hanno giocato Maradona, Platini, i campioni del Milan». Lo evidenzia anche De Laurentiis, che ha preso tra gli altri due campioni del mondo, Reina («Bravissimo anche quando ha recitato nel mio film») e Albiol: «Adesso il campionato italiano è più competitivo e questo nel rispetto del fair play finanziario. Ci spiegheranno magari, un giorno, come funziona in altri Paesi, tipo la Francia: qui c’è sempre un’aria da “vissero felici e contenti”…». Infine, un messaggio a Moratti: «Sono contento che nell’Inter vi sia un bel clima grazie a Mazzarri e spero che questo spinga Moratti a resistere, a non cedere ad investitori stranieri. Massimo mi sembrava stanco, forse ancora la fiducia è tornata»
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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