Ora serve l’impresa, il capolavoro di una stagione. Se il Borussia non si butta via a Marsiglia, il Napoli deve battere 3-0 l’Arsenal, ma solo per cominciare a pensarlo deve risolvere in fretta una quantità di problemi che superano perfino la sconfitta di ieri sera. Sconfitta che senza le prodezze di Reina e gli errori sotto porta di Lewandowski poteva assumere le dimensioni di una disfatta. Per ora Benitez ha perso solo la qualificazione anticipata, ma deve correggere in fretta una squadra illogica, senza un vero punto di equilibrio. I due mediani, come era successo quasi sempre nelle grandi partite di questa stagione, non hanno retto il confronto: o il Napoli ha la palla fra i piedi, oppure va in crisi. E quando ha la palla, deve trovare per forza la qualità di Higuain e Pandev, una qualità che ieri sera non si è mai vista.
SUBITO SOTTO – Quando il Napoli è entrato in partita, il Borussia era già oltre. Aveva segnato con un rigore (trattenuta reciproca fra Fernandez e Lewandowski) generosamente offerto da Carballo, concittadino di Benitez, e battuto da Reus. Subito dopo il rigore, aveva sbagliato un gol con Lewandowski e si era poi avvicinato al 2-0 con una punizione di Reus. Un quarto d’ora tempestoso, durante il quale il Napoli aveva perso subito il contatto dalla partita. Quel gol di vantaggio con cui aveva iniziato la gara (lo 0-0 lo avrebbe portato dritto agli ottavi) si era dissolto troppo facilmente, nonostante Benitez avesse provveduto, in avvìo di partita, a stringere due linee da quattro, difesa e centrocampo, per rendere più complicata la solita, bruciante ripartenza del Borussia. Tutto inutile. Preso il gol, si doveva cambiare rapidamente strategia e il Napoli c’è riuscito intorno al 20′, quando Dzemaili, unico dentro la gara anche nei momenti più difficili, ha preso a dirigere la squadra con la personalità che serve in campi come questo.
RISALITA – Le due coppie di esterni, Maggio-Callejon e Armero-Mertens, hanno spinto indietro il Borussia che per un quarto d’ora ha sofferto il ritmo e l’intensità del Napoli. A cui, in quei momenti decisivi, occorreva il vero Pandev e il vero Higuain. Ieri erano fantasmi. Il macedone ha avuto una palla buona, ma ha concluso senza cattiveria, la stessa con cui, poco dopo, Callejon ha centrato il palo con un diagonale secco. Stava girando la partita, o almeno era quella la sensazione, durata poco però. Perchè con qualche spazio a disposizione la squadra di Klopp ha ripreso a far paura a Reina, autore di un’altra prodezza su Lewandowski. Il movimento di Blaszczykowski e Reus metteva in difficoltà la difesa napoletana, che soffriva ancora di più gli attacchi dell’armeno Mkhitaryan, un 10 moderno, di corsa e di tecnica, che Behrami non è mai riuscito a frenare. Al Borussia mancava quasi tutta la difesa titolare e l’impaccio dei sostituti si è visto nel finale, quando Bender ha pasticciato in area, senza che Pandev e Higuain (ancora loro) riuscissero ad approfittarne.
LA FINE IN CONTROPIEDE – La ragione per cui Guardiola ha detto che il contropiede del Borussia è il migliore al mondo s’è vista anche nel primo quarto d’ora del secondo tempo. Non si è capito invece perché il Napoli, consapevole del rischio, abbia deciso di spalancare la prateria davanti a gente che non aspettava altro. Certo, era sotto di un gol, ma quello era un modo troppo scriteriato per opporsi alla furia dei borussiani. Tre occasioni in 13′, una salvata da Reina, il Napoli ha incassato il 2-0 un istante dopo l’errore più grave di Higuain: davanti a Weidenfeller, gli ha tirato addosso. Lo stesso non ha fatto Blaszczykowski quando Reus gli ha messo la palla sul piede nell’area piccola. Benitez ha tolto Dzemaili per Inler e Callejon per Insigne: seconda mossa giusta, prima sbagliata, Dzemaili era il più lucido. Lorenzino, come all’andata, ha piazzato il colpo al Borussia con un diagonale sull’uscita di Weidenfeller. Di nuovo a capo basso in attacco e di nuovo colpito in contropiede: il Napoli non aveva imparato la lezione. Palla persa da Armero, assist di Lewandowski per Aubameyang, che un minuto dopo il suo ingresso si era fatto prendere un’altra palla-gol da quel fenomeno di Reina, stavolta invece l’ha fatto secco
Fonte: Corriere dello Sport
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