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Tavecchio: “Insigne doveva giocare di più nella mia Nazionale. Serie A ha un problema economico”

“Insigne è maturato tantissimo. Personalmente ho sempre stimato Lorenzo e avrei voluto tanto che giocasse di più nella mia Nazionale, ma qualcuno non era d’accordo con questo pensiero – queste le parole di Carlo Tavecchio, ex presidente FIGC, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Se potessi tornare indietro avrei fatto carte false per tenere Conte, ritenevo non morale pagare la cifra che avrebbe ottenuto dal Chelsea per l’ingaggio. Capello e Donadoni le mie prime due scelte per sostituirlo, poi arrivò Ventura. Dimissioni? Presi quella decisione perché pensavo che il paese avesse bisogno di qualcuno che pagasse. Nessuno prese quel tipo di scelta drastica, allora lo feci io. Rinvio di Juventus-Napoli? Noi siamo lo Stato di cento repubbliche. Ognuno decide in ottica territoriale e non globale. Una piccola ATS è riuscita a fare giurisprudenza perché il protocollo era fallace. Io fautore del VAR? Blatter mi chiamò e mi parlò del VAR, approfittai di questo rapporto per far esordire la tecnologia in Italia, ma l’idea fu sua e della FIFA. Ad oggi è indispensabile. Il problema, però, è che gli arbitri non sempre usano questa importante innovazione, anche quando servirebbe, per via del loro orgoglio. Un direttore di gara che si fa affiancare dal Var garantisce un giusto spettacolo al pubblico perché quando c’è la certezza della decisione arbitrale vengono a decadere ogni tipo di polemica e, dunque, il pubblico non si disaffeziona. Fuorigioco-VAR? Al momento è in atto un discorso su questo tema dall’International Board. Quest’ultima è formata da diversi inglesi, dunque è difficile far cambiare loro idea, ma il fuorigioco non è facile da individuare se non con l’ausilio del VAR. Dichiarazioni di Orsato sull’episodio di Pjanic? Non entro in queste polemiche, ormai è passato tanto tempo. Il fallo di Bakayoko in Milan-Napoli? Bisogna prendere atto delle situazioni così come si sono svolte, ed una volta chiuse non si possono riaprire. L’errore fa parte del gioco, anche gli arbitri sono uomini e possono sbagliare. Cosa manca al calcio Italiano per raggiungere i livelli europei? Il vero problema è di tipo economico. La crisi attanaglierà le società di Serie A per diversi anni, e non sono sicuro che basteranno i diritti Tv per coprire le spese. Ogni club italiano dovrà rivedere i propri piani, sarà una tragedia che colpirà tutti. Comunque, la situazione era diventata insostenibile già da prima: gli stipendi dei calciatori erano arrivati a cifre improponibili, ottenute, tra l’altro, non rispettando il reale valore espresso in campo ma seguendo altri parametri. La parte economica sarà importante per diversi discorsi non semplici legati agli assetti societari. Scudetto? L’Inter può solo perdere questo campionato. Nicchi? Nonostante qualche screzio in passato, ha fatto un buon lavoro. È stato eletto 4-5 volte come presidente dell’AIA, ed era naturale che ci fosse un cambiamento. Anche il mondo degli arbitri è cambiato, ora possono parlare ai microfoni e con noi, questo, non sarebbe mai stato possibile”.

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