Serie A e spionaggio. A raccontare tutto davanti ai giudici è Giuliano Tavaroli, l’ex capo della security di Telecom e Pirelli. Che conferma: «Dall’Inter ho ricevuto l’incarico di realizzare un dossier non solo sull’ex arbitro Massimo De Santis ma anche su Luciano Moggi, ai tempi direttore generale della Juventus».
Tavaroli è testimone-imputato di reato connesso al processo sul caso dei dossier illegali: l’ex numero uno della sicurezza ha patteggiato quattro anni di carcere e ora alla sbarra, tra gli altri, ci sono gli investigatori privati Emanuele Cipriani e Marco Bernardini, oltre all’ex responsabile di Telecom Brasile, Angelo Iannone. Tavaroli, nella sua deposizione, svela nuovi particolari sull’attività di dossieraggio che sarebbe stata commissionata dalla squadra di Massimo Moratti: «I report su Moggi furono consegnati integralmente a Giacinto Facchetti, allora vicepresidente nerazzurro», afferma, aggiungendo però di non ricordare se tra gli obiettivi del lavoro degli 007 ci sia stato anche Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juventus. Quanto a Moggi fu Adamo Bove, l’ex dirigente Telecom morto suicida, a effettuare «l’analisi del traffico telefonico» e questo intensa attività di dossieraggio «era finalizzata a confermare dichiarazioni che l’Inter aveva ricevuto da un arbitro su possibili frodi fiscali». Quando sulla scrivania di Tavaroli arrivarono i risultati dell’operazione di spionaggio, il capo della security ebbe «un incontro con il dottor Facchetti, ma non so se Facchetti poi riferì a Moratti». Sotto il profilo sportivo è tutto prescritto, ma per l’Inter la questione è aperta: l’ex attaccante nerazzurro Bobo Vieri e De Santis hanno intentato una causa per danni alla squadra, chiedendo 20 milioni di euro ciascuno e dopo le ultime rivelazioni di Tavaroli potrebbe aggiungersi anche Moggi. Il responsabile della sicurezza di Telecom e Pirelli ha inoltre riferito che a seguito di una segnalazione da parte delle forze dell’ordine di un operaio sospettato di terrorismo, venne svolta attività investigativa in fabbrica. «La direzione della security aveva un’attività di intelligence all’interno della fabbrica – ha spiegato – e abbiamo introdotto personale investigativo fornito da Cipriani con il compito di sondare il sentimento tra gli operai. Svolgeva attività informativa sui movimenti, sulle amicizie, i luoghi di frequentazione e banalmente anche la birra del dopo lavoro degli operai». Queste informazioni venivano poi girate alle forze di polizia che indagavano negli ambienti prossimi ai gruppi eversivi.
Intanto l’ex presidente di Telecom Marco Tronchetti Provera e l’ex amministratore delegato Carlo Buora, convocati ieri in aula, hanno chiesto tramite il loro legale di avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto indagati per ipotesi di reato connesse al procedimento. Sull’istanza si pronuncerà il 20 giugno la corte d’Assise di Milano, tuttavia la loro posizione nel frattempo è cambiata: per Tronchetti Provera i reati sono stati archiviati o prescritti, a eccezione del capitolo sulla ricettazione relativo al dvd frutto dell’attacco informatico alla Kroll, mentre per Buora l’archiviazione riguarderebbe tutti i reati a lui contestati anche se nei suoi confronti risulta ancora aperta un’indagine per reati fiscali.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro