Tatanka ha colpito ancora. Per ora, Clemente Russo ha due argenti olimpici in bacheca.
Ma dove vuole arrivare?
«Andrò a Rio tra quattro anni: voglio conquistare la medaglia d’oro nella mia quarta Olimpiade».
È orgoglioso di quanto lei e altri cinque atleti campani sono riusciti a fare a Londra.
«La Lombardia è la prima regione con undici medaglie? Le nostre sette valgono molto di più».
Discorso campanilistico?
«È una valutazione realistica perché io conosco le due realtà sotto l’aspetto dell’impiantistica. Se avessimo in Campania le strutture della Lombardia, altro che sette medaglie: sarebbe un trionfo in ogni edizione dei Giochi. Sette podi rappresentano un risultato straordinario per una regione così inguaiata per quanto riguarda palestre, piscine, palazzetti».
A Marcianise, la sua città, non c’è il palasport.
«Ho trent’anni e questo discorso del palasport da costruire a Marcianise ho cominciato ad ascoltarlo quando ne avevo dieci. Promesse mai mantenute dalle amministrazioni locali e adesso, quando annunciano un progetto, io sorrido. Eppure, dalle mie parti le aree dove poter costruire un impianto di questo nome ci sono».
Nonostante tutto da Marcianise e da altri centri della Campania arrivano atleti di alto livello.
«Ci distinguiamo per la nostra capa tosta, per la voglia di emergere sfidando contro tutto e tutti. Abbiamo carattere e si è visto anche a Londra. La voglia di arrivare è unita alla capacità di fottere l’avversario».
Proviamo a spiegare.
«A Pechino, dopo la mia prima medaglia, dissi che siamo bravi perché ci prepariamo bene e abbiamo la cazzimma: è utilissima quando sei sul ring, in pedana, sul tatami, sul parquet».
Rispetto a Pechino c’è una medaglia in più.
«I sette podi sono un segnale di crescita, significa che c’è un costante rifornimento dai vivai grazie a maestri che lavorano con competenza, entusiasmo e passione. Penso ad Elio Verde, il judoka di 24 anni arrivato quinto. Ha qualità ed è giovane, può aspirare ad altre due Olimpiadi».
Una delle migliori scuole è la Excelsior di Marcianise: Russo e Mangiacapre hanno cominciato con il maestro Brillantino.
«Vincere una medaglia è difficile, ma è ancor più difficile riconfermarsi dopo quattro anni, come sono riuscito a fare io. Ce l’ho fatta grazie alla forza di volontà che mi ha fatto affrontare tanti sacrifici. La medaglia di Mangiacapre è quella che mi ha emozionato di più. Vincenzo fa parte della nazionale soltanto da un anno e mezzo ed è riuscito a conquistare un bronzo particolarmente pesante: per me, è come se avesse vinto la sua Olimpiade».
Occhiuzzi è il campano che ha vinto due medaglie.
«Molto contento anche per lui. I maligni dicevano che Diego fosse soltanto un panchinaro nella squadra della sciabola, invece è riuscito a fregare un fuoriclasse come Montano nella gara individuale».
Lo striscione «Benvenuti al Sud» esibito da Russo e altri atleti campanialla cerimonia di inaugurazione ha portato bene.
«Lo riproponiamo tra quattro anni a Rio?».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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