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Tata Lucia: «L’ho abbracciato forte, Diego è come un figlio»

«Ti voglio bene». Lì, al civico 79 di discesa Coroglio, si sono scambiati in una frase il loro “amore” filiale. Dopo ben ventidue anni Diego Armando Maradona ha riabbracciato la sua mamma napoletana, Lucia Rispoli. Location prescelta per l’atteso momento il ristorante “10 maggio 1987 – Bruscolotti”. Un nome che è già tutto un programma in ricordo delle res gestae con cui la mano de dios fece conquistare al Napoli il suo primo scudetto. La donna, 65 anni, era stata per sette anni la governante di casa Maradona in via Scipione Capece a Posillipo. Ed è lì, nel quartiere più “in” della città che l’anziana ha rivissuto attimi di gioia che il pibe de ore le donava, ogni giorno, quando calciava finanche in salotto appena sveglio. Ad organizzare la “carrambata” tra i due sono stati Massimo Vignati, figlio di Lucia, l’ex attaccante del Napoli Gianni Improta, Ugo Maradona, il fratello di Diego e Salvatore Flocco, dell’omonimo club intitolato a Silvio Saverio Vignati, storico custode del San Paolo. Lucia, che nella sua casa di Miano ha allestito un museo dedicato a Maradona in uno scantinato, coltivava un sogno che lo scorso ottobre aveva rivelato attraverso le pagine de “Il Mattino”: rivedere prima di morire il suo Diego, «il dodicesimo dei miei figli», come ama chiamarlo. Lunedì sera quel desiderio si è avverato. A sorpresa, in una cena per pochi intimi, mamma Lucia ha gettato le braccia al collo di Maradona, palesemente emozionato. «Mi ha guardato negli occhi velati di lacrime – dice la tata – e mi ha detto “ti voglio bene”. A quella frase ho risposto con un sorriso, abbracciandolo. Era come se rivedessi mio figlio dopo tanti anni». Dal lontano 1991, infatti, la donna non vedeva il campionissimo. «Si è mostrato entusiasta di sapere che a casa nostra abbiamo realizzato un piccolo museo in suo onore – dicono Lucia e suo figlio Massimo – e ci ha promesso che verrà presto a visitarlo e a sposare il nostro progetto di beneficenza per i bambini che soffrono». La serata, inaugurata con una tradizionale pasta e fagioli, si è conclusa con dolci e altri piatti tipici della cucina napoletana al grido di “Bentornato, Diego!”.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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