Cerca
Close this search box.

Tanto Napoli con Dossena

Nonostante la vittoria, sono mancate le notizie dagli altri campi

L’Europa del Napoli s’è rimpicciolita ma il miracolo, quel filo esile spezzatosi così in fretta, non distrae il San Paolo e l’ovazione finale sa di ringraziamento pubblico per una squadra che ci ha provato: 2-1 sul Siena, una delle sorprese stagionali, e un’uscita gratificante, priva di rimpianti sopiti ben prima del triplice fischio di Celi. La serata per le stelle non diviene la nottata delle streghe: Napoli accoglie il responso del campo e guarda oltre, preparando la propria marcia su Roma e aggrappandosi alla coppa Italia.

SPRINT PROLUNGATO – L’ultimo (disperato) assalto va affrontato a testa bassa e Mazzari – senza Cavani, Dzemaili e Aronica – stimola l’attacco in massa dei suo tre tenori di serata, riuscendo a coglierne immediatamente il meglio: tre minuti e la strada sembra già spianata dall’asse Pandev-Hamsik che produce movimento in verticale del macedone e controllo sontuoso con assist dello slovacco, per l’1-0 di Dossena intanto arrivato a rimorchio. La partenza è una spruzzata d’ottimismo ma la risposta istantanea del Siena è una secchiata d’acqua gelida sull’euforia (contenuta) di Fuorigrotta, stordita da Destro che coglie l’impaccio di Cannavaro e il lapsus di De Sanctis e trasforma un innocuo pallone in un 1-1. La quarta sfida annua tra Napoli e Siena è tatticamente una riedizione del passato, con Sannino che decide ancora per la formula a specchio, difende però più a cinque che a tre, e va all’uomo contro uomo in ogni zona del campo, occupa le corsie (più la sinistra che la destra, dove imperversa un Dossena devastante) sistema uno straordinario D’Agostino e Brienza trequartisti con licenza di coprire, toglie respiro a Inler e Gargano ed aspetta le possibilità per ripartire. Mazzarri ha intanto perso Cannavaro, rimasto azzoppato nell’impatto con De Sanctis sull’1-1, s’accorge dell’intasamento oltre la linea del pallone ed allora invita Hamsik a svariare per non offrire riferimenti, tiene Lavezzi centrale e si appoggia soprattutto a Pandev. Il match deve farlo per protocollo il Napoli, che s’allarga, s’allunga e per poco (21′) non si ritrova sotto, vittima della propria controfigura che le fa il verso: da Brienza a Giorgi, in contropiede fulmineo, quasi fulminante, esorcizzato dal recupero di Maggio.
IL BIS E L’URLO – La cara, vecchia radiolina viene riposta ma a riaccenderla ci pensa ancora Dossena, un indemoniato, che nella palude di quella scacchiera in cui ogni mossa viene azzerata da una contromossa va a cogliere una doppietta insolita per un fluidificante: Campagnaro decide che val la pena di far da sé, sceglie la percussione laterale a destra, memore dei propri trascorsi da esterno offensivo salta Terzi, poi randella nel mischione, per il tap in dell’incredulo mancino. L’Europa «pare» consolidata e il san Paolo diviene un vulcano quando il Catania va sul dischetto: è un’illusione che si spegne in diretta, trasforma un boato in un ohhh di delusione, e riconsegna a Napoli 2, Siena 1 ormai rielaborata, vissuta osservando con (palpabile) nostalgia gli scatti di Lavezzi, applaudendo la rasoiata di Vergassola (36′) respinta a mani aperte da De Sanctis, apprezzando la personalità di D’Agostino che (45′) dall’angolo trova Inler sulla linea a strozzargli una prodezza, godendo di una serata tutto sommato di buon calcio, nonostante sia l’ultima.
L'(INUTILE) ATTESA – La ripresa è egualmente viva, forse persino più vibrante della fase ascendente. Hamsik ha l’ispirazione dei momenti migliori, ciabatta un sinistro (5′) su punizione di Pandev ma trova un destro dal limite (9′) sporcato da Contini e «cancellato» da un colpo di reni di Farelli; ma il Siena, insolente, non si limita al ruolo di sparring partner e provoca, reagisce, distoglie l’attenzione dal passaparola che trasforma l’attesa in rassegnazione, costringe De Sanctis (10′) ad un miracolo su Destro, ormai a tu per tu, frenato con il corpo sul sinistro a colpo sicuro, fa venire i brividi nella schiena dei quarantacinquemila con una punizione di D’Agostino (17′) che scivola ad un’unghia dall’angolino lontano eppure sfiorato. Il Napoli ha colto il segnale che trasmette l’umore dello stadio, avverte che la sua Europa s’è ridimensionata rispetto alle scintillanti note della Champions, lascia un po’ troppo campo al Siena e si limita a governare il suo quinto posto, sperando di avere spazio per chiudere in gloria. Gli applausi sono per Hamsik (25′) sull’ennesimo dalla distanza, spentosi a meno d’un palmo dal palo distante, trasformato nell’ uomo-bandiera da far sventolare in Europa League, e poi per D’Agostino e De Sanctis, in chiusura protagonisti di una Voleè e di una risposta in tuffo da stropicciarsi gli occhi. E’ stato bello!
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.