Il sogno è finito all’ultimo minuto del primo tempo supplementare quando Ivanovic, troppo solo in area, ha trovato la girata vincente. Un risultato amaro, anche ingiusto perché dal punto di vista dell’organizzazione di gioco il Napoli è stato più convincente ma in queste partite poi contano campioni ed esperienza e il Chelsea tanti campioni e molta esperienza. Saranno anche un po’ vecchiotti, i fuoriclasse, ma quando il gioco si fa duro loro entrano in campo, con la loro età ma anche con il carico delle mille battaglie vinte. Rimpiangerà per lungo tempo il Napoli quel quarto gol sbagliato da Lavezzi sul finire della partita di andata al San Paolo: questa sfida andava chiusa quando si poteva chiudere. Il cambio di allenatore ha ricompattato uno spogliatoio che evidentemente remava anche contro Villas Boas e a Di Matteo è bastato veramente poco per mettere insieme tre vittorie consecutive e l’ultima è stata la più prestigiosa e per noi la più crudele. Resta il sogno infranto, restano le belle emozioni che la squadra di Mazzarri ha regalato in una manifestazione ritrovata dopo oltre vent’anni. Ha portato, il Napoli, qualcosa di nuovo, un gioco che sa trasformarsi improvvisamente da difensivo in offensivo. E anche ieri sera, allo Stamford Bridge davanti a un pubblico che non in tutte le sue espressioni è stato corretto, smentendo un po’ quel che si dice a proposito del fair play inglese, i ragazzi di Mazzarri hanno giocato una buona partita. Sono mancati i tenori, Lavezzi, lo stesso Cavani pur utilissimo in occasione di un recupero difensivo. Ci hanno provato sino alla fine, con una formazione estremamente offensiva negli ultimi dieci minuti del secondo tempo supplementare. Hanno rischiato. Non è andata bene. Ma questi ragazzi meritano tutti gli applausi che i tremila tifosi assiepati nello stadio londinese, i duemila venuti qui ugualmente e che hanno affollato i pub per seguire la diretta televisiva, e tutta la città che è rimasta inchiodata davanti alla Tv hanno riservato, con generosità, affetto e comprensione.
DURA – Si sapeva che sarebbe stata una sfida dura, difficile perché il Chelsea è una squadra vecchia ma piena di fuoriclasse, capace di costruire dal nulla una occasione da rete. Dal punto di vista del gioco, la squadra di Di Matteo non è che abbia fatto un gran salto di qualità. Ma l’italiano ha portato realismo e concretezza. Lui sa che per prima cosa nel calcio non bisogna prendere gol e ha sistemato la squadra in maniera che la difesa sia più protetta; sapendo che la grande qualità di Lavezzi e compagni d’attacco è la velocità, ha rinunciato a Cahill per David Luiz che difensivamente non è sempre inappuntabile ma ha dalla sua una straordinaria velocità, qualità di cui la squadra ha beneficiato in occasione di alcuni decisivi recuperi. In secondo luogo, Di Matteo ha puntato sulle caratteristiche di questa squadra: forza e atletismo. Infine, ha rilanciato la tradizione inglese che cerca sulle fasce la profondità e il gol con il cross alto (cosa che riesce piuttosto facile quando davanti hai Drogba, un colosso). Ma tutto questo non avrebbe sortito particolari effetti se De Sanctis, tergiversando su un rilancio, non avesse obbligato Maggio a un contrasto duro. Il ragazzo ha cominciato a zoppicare (poi è uscito facendo spazio a Dossena con spostamento di Zuniga a destra). E così quando al 29′ la palla è arrivata a Ramires lui che era stato sempre puntuale nel contrasto, ha lasciato spazio e il cross perfetto ha trovato la testa di Drogba perduto da Aronica. Il gol, arrivato molto presto, ha rianimato il Chelsea che sino a quel momento aveva sofferto tanto è vero che Cech era stato il migliore in campo salvando di piede su Hamsik e poi su Lavezzi. Il Napoli a quel punto ha perso sicurezza e il Chelsea ha gettato sul terreno di gioco tutta la sua forza fisica unita alla qualità di uomini come Lampard, Ramires, Sturridge. Il problema erano le palle alte e il raddoppio degli inglesi è stato una fotocopia del primo con una sola differenza: il cross di Sturridge è venuto da un angolo regalato da Campagnaro e la testa, in questo caso, è stata quella di Terry.
ROCAMBOLESCA – La partita è stata bellissima e in quarantacinque minuti il Napoli è uscito ed è rientrato in Champions per poi fermarsi a metà strada, cioè sullo stesso risultato dell’andata che ha portato la gara ai supplementari. Inler ha regalato per venti minuti il sogno con un gran tiro dal limite. Poi è salito in cattedra De Santis che ha miracolosamente salvato miracolosamente su Ivanovic e Drogba. Ma poi è arrivato il fallo di mano di Dossena su conclusione di Ivanovic e dal dischetto non ha sbagliato Lampard. Di Matteo nel momento in cui aveva reciso il filo della qualificazione ha cambiato la sua squadra, inserendo Torres al posto di Sturridge ma facendolo giocare esterno. Ma poi la qualificazione nei supplementari gliel’ha regalata un difensore.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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