A Radio Marte nella trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Paolo Tagliavento, ex arbitro attuale club manager della Ternana.
“Ho avuto l’opportunità di scegliere la Ternana, ma non è stato semplice. Non lo è per uno che esce dal mondo degli arbitri, ma le sfide mi sono sempre piaciute ed ho deciso, a seguito di un progetto importante, di tentare questa nuova sfida e il pensiero di poterla vincere insieme alla mia città mi ha entusiasmato. Chi sceglie di fare l’arbitro sa perfettamente che l’errore è quotidiano o quasi e sopporta anche le critiche, ha le spalle larghe. Quel “Nel recupero vinciamo” è stato qualcosa di ridicolo. I social hanno esasperato ogni situazione perchè in tv ci metti la faccia, al pc o attraverso un telefonino è tutto più semplice. Il mio rimpianto è non aver avuto la Var che è arrivata tardi. I miei 3 o 4 errori più importanti in carriera sarebbero stati risolti. Il gol di Muntari è oggettivamente uno dei più grandi, ma già un anno dopo con gli addizionali non sarebbe capitato, oggi poi con la goal line technology non ne parliamo proprio. Però, sono felice di aver fatto l’arbitro in quella generazione. Poi, quello che non è successo in 30 anni è accaduto in 5 anni dove la tecnologia ha preso il sopravvento nel mondo del calcio. Gli arbitri sono tutti felici della tecnologia perchè ora la possibilità di sbagliare è minima ed è una cosa che fa piacere a chi dirige una partita. Tra tante partite arbitrate, la bellezza di arbitrare all’estero, in Champions, nessuno la batte. Ricordo tante partite, in particolare Scozia-Inghilterra perchè c’è tutta una storia politica e di cultura dietro, due popoli corretti che vivono questa partita oltre l’evento sportivo e questo clima lo leggevo negli occhi dei calciatori e lo sentivo dagli spalti. Opinionista in tv? Non me l’hanno proposto e nella vita mai dire mai, ma al momento non la vedo come ipotesi nel mio futuro. Andare in tv e criticare le scelte di amici e colleghi arbitri non fa parte della mia filosofia. Dai colleghi che fanno questo lavoro in tv mi aspetto che vadano a riconoscere l’errore dell’arbitro, ma senza fare ulteriori danni. Il mio erede? Ci sono tanti arbitri bravi in Italia che si caratterizzano per carattere, educazione e cultura, ma chi fa l’arbitro in serie A ha fatto già un percorso importante e si è formato perchè la selezione, vi assicuro, è tanta. Seguo poco la serie A perchè ho intrapreso questa sfida alla Ternana e il poco tempo libero lo dedico alla famiglia. Sono tifoso della Ternana, ma in carriera mi sono sentito dire che ero tifoso di tante squadre e invece, l’arbitro in campo è solo tifoso di se stesso”.
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