Hamsik il giustiziere non sta nella pelle. Nella notte che sembrava stregata trova la sciabolata che consegna la vittoria al Napoli: «Dovevamo vincere, volevamo vincere. Non abbiamo mai pensato che non ci saremmo riusciti, neppure quando abbiamo saputo che non avrebbe giocato Edi. Lui è importante, ma noi volevamo questi tre punti». Marek ha parlato prima della gara e non avuto esitazioni a ribadire quello che era nei suoi pensieri dopo il match. Quando ha bisogno di un leader, spunta lo slovacco. Quarto gol in campionato, ogni volta una gemma, ogni volta una rete pesante. Marekiaro illumina il San Paolo e toglie l’angoscia ai 40mila tifosi a un certo punto convinti che fosse stregata la porta di Sorrentino. Il pubblico lo acclama, lui a fine gare fa quello che tutti si aspettano. Punta la curva e lancia la maglietta. Con lui Paolo Cannavaro, il capitano. Questa volta, la gente non la restituisce come ha invece fatto giovedì notte in Ucraina perché la prova degli azzurri è di spessore e di prestigio.
Tra i migliori, se non il migliore in campo, Behrami che con Inler ha formato una cerniera di centrocampo davvero insormontabile. «Arrivavamo da due sconfitte consecutive che però non compromettono la stagione, eppure qui a Napoli è tutto amplificato e già si parlava di minicrisi. Abbiamo allontanato ogni tipo di fantasma anche se non è stato facile perché in Italia non esistono gare semplici», spiega lo svizzero. «Abbiamo messo a posto le cose con una gara convincente, giocata a ritmo molto elevato. Non credo che nessuno possa mettere in discussione una vittoria meritata» continua ancora. «Abbiamo inoltre mostrato di avere carattere anche negli ultimi minuti quando c’è stato da stringere i denti e respingere l’assalto del Chievo». L’assenza di Cavani si è fatta sentire. E non poco. «Noi non possiamo fare a meno di lui, non diciamolo neppure per scherzo. Abbiamo vinto, certo, ma con Edi è tutta un’altra musica». La gara non è comunque tutta da incorniciare.
Behrami vede anche quello che non ha funzionato nella serata del San Paolo: «Non riusciamo a gestire bene la gara, cerchiamo sempre di attaccare anche quando magari è più conveniente ragionare. Inutile nascondere che questo è un nostro limite intorno a cui dobbiamo lavorare. Perché non è così normale concedere così tanto a una squadra che peraltro a un certo punto giocava persino in dieci uomini». Vincere è sempre importante. Lo è ancora di più dopo una settimana di k.o. che hanno bruciato a lungo: «Abbiamo dato un segnale importante a tutte le nostre avversarie dopo la sconfitta di Torino. Forse qualcuno ha visto tracce di una squadra in difficoltà, ma non è così. Con la Juventus abbiamo perso solo per degli episodi sfavorevoli. Noi ci siamo, convinti di potercela giocare fino alla fine. Siamo una squadra che merita di occupare i quartieri alti del campionato». Sorride felice anche Inler, altro mattatore della sfida: «Contava solo vincere, non importava come. Mi manca solo il gol al San Paolo, ma sono davvero soddisfatto perché con la squadra siamo riusciti a venire fuori da un momento particolare».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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