Ormai gli attacchi non si contano, provengono da destra e da sinistra ; da qualsiasi punto dell’Universo che abbia come eco di risonanza Napoli si sentono piovere giù critiche gratuite e a dir poco scontate. Si inizia con l’accusare la società di non far sentire più la propria voce riguardo a complotti e decisioni di palazzo già preventivate; la si accusa di essere “manovrata”da un Padre Padrone; addirittura lo si paragona ad una maschera pirandelliana, Rosario Chiarchiaro il personaggio della famosa novella “la patente”, soltanto perché ha deciso di rendere pubblica la sua offerta per Inler e fissando il prezzo del cartellino (mensile GQ). Aurelio è un uomo che fa mercato e vende la propria immagine e chiaramente può risultare un personaggio scomodo, ma almeno dice ciò che pensa ed è una cosa a cui non sempre è facile assistere nel panorama calcistico italiano. Avendo tirato in ballo l’Udinese non ci esimiamo dal dire che domenica scorsa piovvero delle accuse infondate: “Ci auguriamo che la partita possa giocarsi in 11 vs 11 e che l’arbitraggio sia neutrale” in sostanza si accusa il Napoli di aver ricevuto dei favori, compiacenze che dir si voglia; ma come? Proprio loro si lamentano che nello scorso campionato vinsero una partita in modo a dir poco vergognoso? Vedendosi trasformare un rigore contro, che avrebbe potuto significare una rimonta da dover compiere, in simulazione di Maggio con annessa espulsione dello stesso? Ci vuole un bel coraggio … Se Atene piange, Sparta di certo non ride. Il giornalista e direttore di Milan Channel, Mauro Suma, ha lanciato un ulteriore provocazione a Cavani ed indirettamente al Napoli: “Cavani si augurava che l’Inter potesse vincere il derby, adesso manca il seguito, l’attaccante non è ritornato più sulla questione; spiace inoltre per lui che esultava dalla tribuna di Bologna per un gol non segnato, veder vincere il Milan in serata a Firenze”. Commenti e dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano.
L’impressione che vigila a Napoli e quindi le sensazioni che possono facilmente desumersi dai media nazionali, è che si punti il dito con tanto accanimento che non può far altre che far sorridere il pubblico partenopeo che ne ha viste di tutti i colori: dai gloriosi anni 80 si è passati ad un triste declino concluso con il rovinoso fallimento del 2004. La gente in strada aspettava un miracolo che non sarebbe mai arrivato; all’improvviso però, quando tutto sembra concluso, arriva “il padre padrone” che constata sia arrivata l’ora di cambiare: allora via tutto quello che legava la vecchia società con la nuova, via sede di allenamento, alcun collaboratori e pronti via ad investire risorse per costruire nuovi centri d’allenamento e ripartire completamente da zero. Un padre padrone che fa della programmazione il proprio punto di forza e la disamina di ogni questione/ decisione da risolvere o prendere; un uomo insomma che si espone in prima linea ed è pronto a dire ciò che pensa e incurante delle solite critiche da salotto, anzi per usare un idioma verghiano “da comari “, procede per la propria strada, commettendo a volte degli errori ma sempre pronto a ritrattare e rivedere le proprie decisioni, a differenza d’altri che si nascondono dietro un velo di finta permalosità che serve a nascondere un malcelato imbarazzo. Una “maschera pirandelliana” che si comporta, metalinguisticamente parlando, come tale con chi fa della campagna mediatica Anti – Napoli, il proprio slogan per allontanare tensioni e malumori serpeggianti nei rispettivispogliatoi; poiché nascondere che a Milano e Udine gli episodi che hanno coinvolto recentemente Ibrahimovic e Di Natale abbiano lasciato qualche strascico, è da ipocriti oltre che da “venditori di fumo”. E Napoli? Come reagisce Napoli a tutto questo? Come reagiranno i napoletani all’ennesima provocazione, con rassegnato disgusto oppure con il solito sorriso che li contraddistingue? Di sicuro la seconda perché è inutile stare li e rattristarsi delle solite millanterie e provocazioni portate dal “vento del Nord”; incontrerà un corrente opposta che lo spazzerà e disperderà. Ai Napoletani il sorriso di certo non si spegnerà per queste gratuite illazioni, prenderà il sopravvento la constatazione di essere grandi, di essere tornati grandi; bisognerà abituarsi a divenire i protagonisti dei salottini televisivi e guardare da casa opinionisti e, purtroppo, colleghi che si scornano per affondare il colpo o fingere un “oratio defensoria” degna dei più grandi censori e retorici di millenni fa. La maturità consiste nel crescere e imparare a divenire autonomi; capire che nessuno ti regala nulla,tutto quello che si otterrà sarà solo frutto del proprio lavoro: i Napoletani lo sanno, il Napoli lo sta scoprendo .
Francesco Gambardella
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