Vedo Mazzarri, leggo Mazzarri, sento Mazzarri. E non posso fare a meno di chiedermi: dove eravamo rimasti? Metà maggio, tutto il San Paolo festeggia la qualificazione alla Champions League e il presidente non lo degna nemmeno di uno sguardo. Pochi giorni dopo, Sky Sport 24, con il bravissimo Massimo Ugolini, annuncia Gasperini al Napoli. Lo scenario cambia nel giro di poche ore e Mazzarri resta in sella, ma chi sa un minimo di calcio e conosce un minimo di giornalismo e di caratura dei colleghi intuisce al volo che quell’indiscrezione aveva moltissime possibilità di andare in porto. E allora, facciamola breve. Con tutte quelle conferenze stampa in cui il tecnico del Napoli aveva magnificato la sua schiena dritta, dopo un trattamento come quello della sera di Napoli-Inter doveva fare una sola cosa: andarsene. Magari non alla Juventus, dove non si va se si parla con il numero tre senza parlare con il numero due o il numero uno. Anzi, proprio per questo, certamente non alla Juventus. Ma non è questo il punto. Il punto è uno e solo uno: Gasperini. Il buon Gasp oggi è l’allenatore dell’Inter, non se se vi rendete conto. Come cosa vuol dire? Ma se Mazzarri avesse onorato la sua schiena dritta e fosse stato un buon tattico, oggi sarebbe lui l’allenatore dell’Inter! Con il bravissimo Mazzarri libero su piazza, l’Inter non avrebbe faticato tanto a trovare il successore di Leonardo nella settimana delle sette chiese, tante sono state le parrocchie tecniche cui il Club nerazzurro si è rivolto per risolvere un problema non da poco. Il tanto, da Mazzarri, deprecato Massimiliano Allegri, ad esempio, si era smarcato al momento giusto nell’estate del 2010. Intuiva, da uomo di calcio dotato di buone fonti, lui, Allegri, che due panchine importanti si sarebbero liberate a Milano. E a Milano guardacaso è andato a lavorare. Mazzarri invece non ha avuto la stessa intuizione, non ha avuto la stessa felicità di tocco e, terrorizzati, lui e la sua schiena dritta, di rimanere a spasso hanno preferito andare subitissimo a Canossa, ovvero a colloquio con il presidente De Laurentiis. E allora non si lamenti più, la prossima volta che perde con una grande, il buon Mazzarri; ci risparmi le litanie che gli allenatori di quelle squadre hanno a disposizione grandi rose e grandi giocatori… E’ lui che non è riuscito a programmare, a sognare l’appuntamento col destino e con la grande piazza e la responsabilità è sua e solo sua.
E’ la sua estate. Il presidente De Laurentiis, dopo aver straparlato di Pato, ha messo la maschera del leone a Inler e ha messo il dito nella telecamera per indicare la via ad altri acquisti. Trovate cinematografiche, effetti speciali. Una domanda, una sola, timida, modestissima. Ma al tifoso vero del Napoli piacciono queste cose? Nel cuore della città partenopea, al centro di una metropoli che ama davvero le emozioni più profonde del pallone, si sentono tanti commenti non positivi. Il succo: lasciamo stare le sceneggiate e badiamo al sodo. Il tifoso azzurro ha sofferto calcio negli anni scorsi a Gela e a Castellammare di Stabia e ha voglia solo di calcio vero. Senza troppe manfrine. Il tifoso del Napoli è entusiasta per natura, ma se c’è qualcuno che cerca di ipnotizzarlo se ne accorge al volo.
Fonte: Mario Suma per TMW
La Redazione
S.D.
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