Gli onestoni sono come i rigatoni rispetto alle penne rigate. Ancor più grossi e corposi dei semplici onesti. Si erano manifestati per la prima volta nell’estate del 2006, quando le richieste di condanna del procuratore federale Palazzi, il pm del calcio, erano bastate per coniare le spille dell’onore, quelle con la scritta “Io sono interista”. Erano il sigillo dell’onestà rispetto ai ladri, ossia tutti gli altri, ma soprattutto milanisti e juventini, gli altri protagonisti dell’eterna lotta a tre del calcio italiano. Cinque anni dopo quelle spille, lo stesso pm calcistico Palazzi, quello che va bene solo quando accusa gli altri, avrebbe redatto ben 27 pagine per spiegare che in base a nuove intercettazioni anche l’Inter quell’anno avrebbe dovuto essere deferita. Ma in cinque anni il puntello delle spille era diventato “quella gente lì”. Come dire, agli altri puoi fare di tutto, ma contro di noi non ti permettere. Eppure, il procuratore federale è una istituzione del calcio rispetto alla quale tutti i Club calcistici sono uguali. Andiamo avanti. Stagione del calcio 2012-2013. La prima avvisaglia a Novembre: l’Inter fatica contro il Cagliari in casa tanto è vero che a 10 minuti dalla fine perde 2-1 a San Siro contro i sardi. Non viene dato un rigore, netto, su Ranocchia e alla fine della partita il presidente Moratti rievoca Calciopoli. Non voglio tornare a quelle situazioni lì, come dire: ci stiamo tornando. All’epoca il bersaglio era la Juventus. Passano i mesi, alcuni errori arbitrali contro l’Inter effettivamente ci sono, ma l’Inter stessa, in grosse difficoltà di gioco e di uomini, non riesce mai ad esserne più forte. Comunque sia. Contro l’Atalanta, stesso errore arbitrale e stesso scenario tecnico di Inter-Cagliari. E quindi stessi strali contro il mondo arbitrale: non credo più alla buona fede. La domanda di tutti allo stadio era: questa volta con chi ce l’ha? La risposta, pubblicata su carta intestata dell’Inter (tale è il Sito ufficiale del Club), arriva da Paolo Bonolis. Sconclusionata nel suo riferimento agli investimenti (quali? Il bilancio del Milan è in pari) e molto delicata se avallata dal Sito ufficiale dell’Inter. Non ne avrebbe parlato nessuno, tantomeno il Milan, senza la pubblicazione sull’organo ufficiale. Di recente tesi del genere le ha espresse il presidente Zamparini, raggiunto sul tema in settimana da 50.000 euro di multa per lui e il suo Palermo. La dichiarazione domenicale sulla buona fede sviluppata il giorno dopo dal presentatore romano e squisitamente ospitata su inter.it, invece, a cosa porterà dopo il deferimento di ieri?
Il capo della Bonolis band ha sentenziato lunedì sera: riconosco la superiorità della Juventus, ma non degli altri. E cioè il Milan. Per vedere se è proprio così, possiamo prendere a pretesto magari le due partite delle due squadre milanesi, entrambe a Firenze contro la Fiorentina, nello stesso girone di questo Campionato, il ritorno. Al Franchi l’Inter subisce 4 gol e alla fine, nel dubbio, il pubblico canta: il pallone è quello giallo…Sempre contro i viola, invece il Milan va in vantaggio e guida la partita fino a quella strabenedetta espulsione di Tomovic che altera l’inerzia della partita e che non fa altro che creare il terreno per la compensazione del secondo tempo. Con il Milan non c’è il pallone giallo, ma i rigori (soprattutto il primo, evidentemente) dell’Ave Maria.
Grandi lamenti a Napoli per la designazione di Rocchi. Napoli è un po’ come Firenze, eternamente derubata, costantemente tartassata dagli arbitri e dai poteri forti. Poi vai a guardare: con Rocchi arbitro, è capitato, perché queste sono cose che capitano, di vedere in Inter-Napoli 2011-2012 un rigore per fallo nettamente fuori area di Obi su Maggio con l’Inter in dieci per l’espulsione del centrocampista nerazzurro. Risultato finale, 0-3 per il Napoli. Andiamo a vedere anche quest’anno, Campionato in corso: Milan 8 rigori a favore e 5 contro – Napoli 9 rigori a favore e 1 contro. Di cosa stiamo parlando? Per Firenze, stesso discorso. Il Milan da aggredire con tanto di daspati e denunciati, negli ultimi 3 anni è tornato dal Franchi sempre con le ossa rotte. Nell’aprile 2011, Ibra espulso e squalifica di 3 giornate. Nel Novembre 2011 gol regolare annullato a Seedorf per fuorigioco inesistente, rigore non dato per netto fallo di mano di Behrami su Ibra e stessa cosa per il fallo di Nastasic su Pato. Domenica scorsa, dopo l’espulsione di Tomovic di cui il Milan che stava vincendo bene non aveva alcun bisogno, ecco il rigore generosissimo su Ljiajic e quelli netti non accordati contro Abate e per il mani di Roncaglia. Per gentile aggiunta, Balo come Ibra: 3 giornate. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
La voce è insistente: Marotta alla Roma e Nedved al suo posto alla Juventus. Lo dichiaro alla dogana: scrivo quello che sento ripetere, non solo a Milano, ma che non ho avuto la possibilità di verificare. In parole povere, la carta non canta. Non ho elementi concreti per sostenere la tesi. Ma in molti me lo assicurano. Vedremo. Marotta è persona gentile e capace. Nedved è amatissimo dai tifosi della Juventus. A proposito: quando il Milan esce dal BARCELLONA (l’anno scorso risultato aggregato 1-3 e quest’anno 2-4) si fanno i processi, si ridacchia e si sfotte. Quando la Juventus esce dal Bayern (risultato aggregato 0-4) si lancia l’allarme calcio italiano…
Due immagini mi hanno lasciato addosso lo stesso pensiero. La prima immagine è il fallo brutale di Cambiasso su Giovinco nel finale di gara di Inter-Juventus nel sabato di Pasqua. La seconda è la gazzarra del Galgo (!) Schelotto al termine di Inter-Atalanta. Sul primo è intervenuto Antonio Conte per sottrarre il campione interista alla reazione dei suoi stessi giocatori. Sul secondo, per placarlo, quando dopo il fischio finale voleva andare a vedersela con Cigarini, sono intervenuti Cordoba, un addetto nerazzurro e il suo ex allenatore Colantuono. Ma, domanda da ignorante, in questi casi Andrea Stramaccioni dov’è? Non tocca anche a lui, fatto salvo che da Cambiasso era lontanissimo, proteggere e calmare i suoi giocatori? Domande che nascono anche dal fatto che è dal suo nervosismo che, probabilmente, dopo Inter-Cagliari di Novembre, scaturiscono le frasi di Antonio Cassano che costano all’Inter 2 giornate di squalifica del fantasista. Credo, forse, che uno degli obiettivi del tecnico interista sia crescere ed evolvere anche da questo punto di vista.
Fonte: Mauro Suma per tuttomercatoweb.com
La Redazione
C.T.
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