“È bello tornare a casa. Il calore unico degli spalti del San Paolo, per chi come me ha vissuto la gelida trasferta al Meazza contro l’Inter, è come un’avvolgente coperta di Linus. E non è solo questione di temperatura atmosferica. Vivere il match di Milano, seduta in tribuna, in mezzo ai tifosi interisti, strozzando in gola imprecazioni e gioia, ingoiando offese becere di cori senza senso, è come una lezione di buddhismo zen. Respiri, conti fino a dieci, respiri, riconti fino 20 e così via, fino a quando il Nirvana non si impossessa di tutti i tuoi nervi a fior di pelle. Abbraccerei uno ad uno i fedelissimi delle trasferte che dal settore ospiti fanno sentire i loro incitamenti «Dai ragazzi non mollate….Devi vincere, devi vincere…» surclassando a ugole spiegate i soliti «Vesuvio lavali col fuoco…senti che puzza, scappano i cani, stanno arrivando i napoletani…». È sempre bello tornare a casa, comunque vada, come urlano dalla Curva A. Gli «Undici, undici leoni…» invocati con un ruggito hanno le unghie spuntate. Si soffre in campo e fuori. Respiro conto fino a dieci, poi, di nuovo, fino a venti. Anche in casa talvolta ci vuole pazienza orientale. Mi consolo ricordando ancora uno dei cori dei nerazzurri «Solo il sole, avete solo il sole…». E allora? Vi pare poco“?
Cecilia Donadio per “Il Mattino”
La Redazione
P.S.
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