S ì, d’accordo, lo chiamano Nano da sempre, eppure quando entra in campo sembra un gigante. Gulliver Insigne. Lorenzo, per servirvi. Per incantare. Magari sognare: quel destro è un pennello, una bacchetta magica. Giocoliere vero, talento puro che più non si può. E poi, una fortuna dopo l’altra: Zeman prima, Mazzarri ora. Che lo guarda e lo scruta, soddisfatto e curioso. Che pensa e ripensa mentre lui segna un gol dopo l’altro nelle partitine in famiglia. Che l’erede di Lavezzi sia molto più scugnizzo del Pocho stesso? Benvenuti al Sud.
LA STELLA– E allora, cori e coretti tutti per lui. Tra i più acclamati, se non il più in assoluto. Calma, d’accordo. Sangue freddo e colate di gesso: però quando lo vedi giocare, quando tocca il pallone o lo infila in porta, non puoi fare a meno di scuotere il capo deliziato. Insigne è un fenomeno potenziale, freno a mano e via: i numeri sono quelli dei grandi, c’è poco da dire ma ancora, e ovviamente, molto da fare. Sì, molto: perché se coccolarlo viene spontaneo, per una forma di protezione e saggia gestione, è anche sacrosanto aspettarsi tanto, dopo le splendide promesse annunciate tra Foggia, Pescara e Dimaro. La serie A e l’Europa League lo attendono a braccia aperte: lui ha il fuoco dentro, non gli resta che infiammare tutto e tutti.
TATTICA E SACRIFICIO– In paziente attesa, insomma: Mazzarri, che della gestione e del dosaggio è un cattedratico vero, sapeva già tanto di Insigne, ma in questa prima fase del ritiro ne anche apprezzato i miglioramenti tattici e la immarcescibile dedizione al sacrificio, che delle due stagioni con Zdenek il boemo sono di certo una grande eredità. Coccarda, bravo Lorenzo. Che, tra l’altro, dal punto di vista personale, delle relazioni e del modo di stare in gruppo è impeccabile: Campagnaro il suo compagno di stanza, Cannavaro e Grava le guide. Mamma Patrizia e papà Carmine in tribuna, il manager Antonio Ottaiano a cantargli sempre la canzone dell’umiltà.
L’ESORDIO– E ora? Beh, forse è meglio chiedersi: e oggi, cosa accadrà oggi in occasione dell’esordio ufficiale del nuovo Napoli? Mazzarri ha annunciato che giocherà in attacco insieme con Vargas, l’altro aspirante erede di Lavezzi in un futuro ancora da quantificare. Beh la curiosità è infinita, e per il popolo azzurro è forse la migliore medicina possibile. E sia chiaro: non si tratta di sostituire il Pocho, sarebbe un concetto sbagliato, ma soltanto di scoprire in maniera definitiva che il secondo amore può anche essere più bello del primo. L’altezza, tutto sommato, non è per forza mezza bellezza. Chiedetelo al Nano.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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