Da quello che dice il colonnello della Guardia di Finanza che ha condotto le indagini, si capisce che ci sono riscontri indiziari sulla non genuinità dell’esame. Dagli esiti della perquisizione di oggi si vedrà se ci sono altri soggetti coinvolti e in che funzione o posizione giuridica, nelle violazioni contestate”. Al telefono con l’ANSA, l’avvocato Michele Briamonte, erede dello studio di Franzo Grande Stevens ed esperto di diritto sportivo commentando l’indagine di Perugia sull’esame di italiano sostenuto dall’attaccante uruguaiano Luis Suarez. “Mi sembra presto per stabilire fin da ora le estraneità di tutti i soggetti, vedi anche il giocatore o il suo entourage, occorrerà attendere le risultanze delle indagini – sottolinea l’avvocato -. Sarei molto prudente prima di stabilire chi è estraneo e chi no in un indagine in pieno corso. Nessuno ha la palla di cristallo per stabilire se le responsabilità si fermino ai primi riscontri – aggiunge Briamonte – o se altri hanno concorso negli illeciti, che possono essere civili, penali, amministrativi o di diritto sportivo”.
A questo proposito, torna alla mente la vicenda di Recoba, che a inizio millennio coinvolse il giocatore dell’Inter, ma anche altri calciatori e società, per un giro di passaporti sospetti. La giustizia sportiva non prese provvedimenti ma quella ordinaria fece il suo corso, con Recoba che patteggiò sei mesi per concorso in falso e ricettazione. “Bisogna infatti farsi delle domande, del tipo: perchè tu vuoi fare l’esame di italiano? Da lì si inizia a vedere una utilità concorrente di un eventuale terzo soggetto, che poi possa essere la Juve, l’Inter o il Milan… Qualcuno probabilmente aveva interesse a tesserare Suarez come comunitario. Certo bisogna procedere con delicatezza e prudenza. In questo tipo di indagini – sostiene Briamonte – dalle intercettazioni si vanno poi cercando riscontri per comprendere il coinvolgimento di altri soggetti che potrebbero essere molti. Solo quei riscontri potranno dare le risposte che al momento mancano”.
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