Lo strapotere dello sceicco contro la programmazione di De Laurentiis. I prezzi stratosferici pagati dal City – che anche negli ingaggi si avventura su cifre impensabili nemmeno per gli altri club più ricchi d’Europa – contro le intuizioni del Napoli, che ha preso ieri, a costi che oggi fanno sorridere, gioiellini che valgono ora anche 5-6 volte la posta iniziale. C’erano due squadre costruite con filosofie radicalmente diverse martedì sera al San Paolo: una è costata quattro volte l’altra ed è la stessa che è tornata a casa con zero punti in tasca e l’ombra di un’eliminazione dalla Champions già nella fase a gironi che fa male all’orgoglio e anche al bilancio. Vogliamo fare i conti in tasca a Mansour? Bene: per i 18 giocatori che al San Paolo sono andati in campo o in panchina il City ha speso 354,7 milioni di euro in un arco temporale che va dal 2006 alla scorsa estate, con un picco di investimenti nelle ultime due stagioni. Quanto sono costati i 18 azzurri di Mazzarri? Praticamente un quarto dei citizens : 90,7 milioni di euro spesi in un arco temporale pressoché identico (2006 ad oggi) con la sola eccezione di Grava, arrivato nella stagione 2004-05 a gennaio, unico superstite del Napoli ripartito dall’inferno della C. E’ l’acquisto più datato del Napoli sceso in campo martedì: quei (quasi) 200 mila euro versati all’epoca alla Ternana fanno quasi sorridere leggendo quanto è costata la difesa del Mancio. Però chi ha riso di più nella notte del San Paolo, lui o Lescott, costato 140 volte tanto?
CONTINUITA’ – Il Napoli di oggi, il Napoli che ha stregato il City dello sceicco, è il frutto di una strategia di mercato improntata alla continuità: una squadra costruita mattone su mattone, con investimenti mirati, senza farsi trascinare nelle insidiose sabbie mobili dei giochi al rialzo. Su alcuni giocatori il Napoli è arrivato prima delle altre, per esempio su Lavezzi (a cui il Genoa aveva dovuto rinunciare tre anni prima): nel 2007 è costato 6 milioni di euro, oggi De Laurentiis può permettersi di dire no, grazie a chi bussa offrendo cinque-sei volte tanto quella cifra. Su altri ha semplicemente creduto subito come non hanno fatto le altre: Hamsik s’è vestito d’azzurro nel 2007 per 5,5 milioni di euro, piaceva ad altre società, come l’Inter, ma nessuna è andata fino in fondo per lo slovacco. Nel tempo, gli investimenti si sono fatti più importanti ma in qualche modo sempre accompagnati da un’intuizione che ha spiazzato la concorrenza: Cavani nel 2010 (17 milioni tra prestito e riscatto) è ancora un rimpianto di altre big, Inler strappato alla Juve è motivo d’orgoglio oltre che un pilastro della mediana.
CIFRE PAZZE – I soldi, da soli, non bastano. Anche il City, del resto, ha incassato in estate il no di Sanchez: offriva molti più soldi, ma sia il giocatore che l’Udinese hanno ritenuto più gratificante chiudere l’affare con il Barça. Però i soldi sono serviti per portarsi a casa Aguero: spendendo oltre 45 milioni di euro il City ha escluso l’inserimento di qualunque altra concorrente. Per pareggiare l’investimento sostenuto per il Kun – il genero di Maradona peraltro è entrato solo a dieci minuti dalla fine – bisognerebbe mettere insieme i soldi sborsati per Lavezzi, Hamsik, Cavani e Inler. Una stella al prezzo dei quattro gioielli azzurri: tifosi del Napoli, fareste mai cambio?
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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