Quasi verrebbe da dirgli: mister, sorrida. E chissà che Andrea Stramaccioni non realizzi infine il miracolo, cioè increspare quel volto senza solchi e abbozzare una smorfia allegra, o quasi allegra, o ipoteticamente allegra. «Mi manca il lavoro sui campi, non vedo l’ora di tornare ad allenare». In attesa, Stramaccioni riceve il premio «Angeli dello sport» nella sala Giulio Cesare del Campidoglio, organizzato dall’associazione Fortunato-Potito. Ed è visibilmente commosso. «Ci sono tantissimi personaggi dello sport che sanno quanto sia importante introdurre il passaporto ematico a partire dal calcio giovanile, fino alla prima squadra. So quale movimento giovanile abbia il calcio italiano e come sia importante muoversi lì. Da adesso in poi anche io sarò testimonial di questa innovazione».
Lei è solo spettatore di questo campionato: si sta divertendo?
«Sto ammirando tre grandi squadre che domenica dopo domenica stanno dimostrando di essere le più forti di tutte».
La Juve sembra avere un passo in più: se l’aspettava così spietata?
«È una squadra abituata a vincere, ha un allenatore che sa cogliere ogni minimo errore dell’avversario. Sono romano e romanista ma devo ammettere che questo scudetto la Juve lo vincerà in maniera meritatissima».
Sembra essere diventato come la Liga spagnola: Juve, Napoli e Roma battono ogni record di punti e alle spalle il vuoto…
«Non mi sembra che il livello in generale della serie A si sia abbassato: credo che le prime tre in classifica sono davvero quelle che più di tutte hanno fatto meglio in questa stagione».
Al Napoli di Benitez è mancata la continuità?
«Benitez era già stato in Italia e aveva incontrato qualche difficoltà. Mi sembra che quell’esperienza lo abbia aiutato molto, perché il suo lavoro ha prodotto dei risultati positivi in questa stagione. Nonostante i tanti cambiamenti che il Napoli si è ritrovato a fare».
Secondo lei, Roma o Napoli possono rompere questo strapotere delle squadre del Nord che dura dal 2001?
«Credo che la forza dei due club sia quello di avere un bacino di tifosi che non ha nulla da invidiare agli altri grandi club italiani. Ci sono molti aspetti positivi che lasciano capire che Roma o Napoli, e anche molto presto, possano riportare uno scudetto al Sud».
Quali?
«La serietà del progetto. Mi sembra che i due club si siano affidati a due tecnici molto preparati, con idee importanti e grande personalità».
Garcia e Benitez, due non italiani.
«Ma bravi. Finché vengono loro, uno alza le mani».
L’Inter di Mazzarri ha i suoi stessi punti. Che ne pensa?
«Ah no. Proprio dell’Inter non parlo».
A Roma, dove ha fatto incetta di scudetti giovanili, la chiamavano ”l’allenatore del futuro”. Il passaporto ematico è un passo verso il futuro?
«Mi verrebbe voglia di dire: un passo verso il presente. Credo che sia giusto seguire i ragazzini con controlli continui: da mesi mi sono avvicinato all’attività dell’associazione guidata da Davide Polito e devo dire che si tratta di una battaglia di civiltà. Da combattere tutti insieme per sensibilizzare il mondo del calcio».
Fonte: Il Mattino.
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