Due mondi distanti, completamente diversi l’uno dall’altra su tutto ciò in cui è possibile esserlo. Una è la squadra storicamente appartenente a un ceto sociale molto alto, il River Plate, mentre l’altra è la squadra del popolo, degli operai: il Boca Juniors. I Millonarios preferiscono arrivare alla vittoria giocando bene. Perché imponendo il proprio gioco si ha più possibilità di segnare e di portare a casa la partita. Perché vincere grazie a un gol segnato senza che il pallone venga mai toccato dagli avversari, ha un gusto diverso. Gli Xeneizes vogliono vincere grazie alla propria tenacia, alla garra. Non si deve mai mollare. Si è sempre in partita, qualunque cosa accada. Due modi diversi di intendere lo sport più bello del mondo. Le sfide tra queste due squadre negli ultimi anni sono state un qualcosa di spettacolare, non solo per ciò che è successo in campo, ma anche per gli intrecci che si sono venuti a creare insieme a una buona dose di polemiche.
Nelle ultime stagioni, il Boca Juniors è stata una squadra “più da campionato“, mentre il River Plate “più da Copa“. Basti pensare che dal 2014, ovvero da quando Marcelo Gallardo è seduto sulla panchina Millonaria, ha conquistato undici titoli. Di questi undici, non è mai arrivata la Superliga. L’unico titolo mancante del suo splendido palmarès da allenatore, insieme al Mondiale per Club. Il Boca, invece, in questo lasso di tempo ha vinto tre campionati. Questa stagione, però, sta andando in scena una battaglia che avrà un finale biblico, qualunque esso sia. Non è mera retorica, è la realtà dei fatti. Ma per capire bene la dimensione di quello che sta accadendo in questi giorni in Argentina, bisogna andare più nello specifico.
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La Superliga Argentina si svolge con partite di solo andata. Visti i ventiquattro partecipanti, giustamente le partite da giocare per ogni squadra sono ventitré. E fin qui tutto ok. Lo scontro diretto questa stagione tra River e Boca si è giocato al Monumental ed è finito 0-0. In caso di arrivo a pari punti, avrà la meglio chi può vantare la miglior differenza reti. La settimana scorsa è andata in scena la penultima giornata di campionato con il River Plate che è sceso in campo da capolista, a +3 sul Boca Juniors. Gli Xeneizes hanno giocato in anticipo rispetto ai rivali, e vinto agevolmente 0-4 in casa del Colón. La Banda ha giocato contro il Defensa Y Justicia e la partita è finita 1-1. Nei giorni precedenti alla partita sono nate anche alcune polemiche interne nel Defensa. Crespo e Lemme -rispettivamente allenatore e presidente- avrebbero voluto giocare la partita senza alcuni uomini chiave, visto l’imminente esordio in Copa Libertadores contro il Santos. Christian Bragarnik, che è un po’ per il Defensa quello che Jorge Mendes è per il Benfica, ha rilasciato alcune dichiarazioni affermando che col River è importante tanto quanto col Santos e che dovevano andare in campo i migliori. Ah, piccola nota a margine: Bragarnik è tifoso del Boca Juniors e amico intimo di Daniel Angelici, il presidente. Detto fatto. L’Halcón ha schierato tutti i titolari e per poco non ha fatto il colpaccio al Monumental con il gol di Lucero. E’ stato Juan Fernando Quintero -entrato dalla panchina al posto di Pinola– a segnare su calcio di rigore il gol dell’1-1 finale. E a permettere alla sua squadra di avere ancora un punto sul Boca Juniors. El hombre del destino. Quello che aveva segnato il gol decisivo al Bernabeu contro il Boca in finale di Copa Libertadores. Un pareggio tiratissimo, con Gallardo che al 45′ lo ha mandato in campo al posto di un difensore centrale, passando da una difesa da tre a quattro elementi e schierando la squadra in modo super-offensivo contro il Defensa in cui, tra l’altro, gioca il figlio Nahuel, terzino sinistro classe ’98. Un 1-1 che ha permesso al River Plate di mantenere la vetta della classifica, visto che a pari punti il Boca Juniors è campione vista la miglior differenza reti: +26 contro +23.
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Lo scenario sarebbe stato apocalittico: il River avrebbe perso la testa della classifica in casa contro il Defensa allenato da Hernán Crespo, tornato al Monumental ventiquattro anni dopo esser andato via per iniziare una splendida carriera in Europa. Il Boca Juniors avrebbe avuto il destino nelle proprie mani e battendo il Gimnasia La Plata di Diego Armando Maradona si sarebbe laureato campione. Il gol di Quintero ha distrutto il sogno dei ragazzi di Miguel Ángel Russo -che hanno chiaramente ancora delle chance, ma non dipenderà solo da loro- e regalato un’altra speranza ai Millonarios. Servirà solo una vittoria in casa dell’Atlético Tucumán, oppure fare lo stesso risultato del Boca. Tuttavia, si giocherà in contemporanea domenica alle 22:00 e il tempo per fare calcoli non ci sarà. Gallardo vincendo la Superliga avrà la possibilità di lasciare il River Plate dopo sei anni in cui ha vinto tutto, in campo nazionale e internazionale e spesso più di una volta. Vittorie che gli hanno permesso di diventare l’allenatore più titolato della storia del club. Chissà se un giorno si siederà sulla panchina dell’Argentina, che non vede l’ombra di un trofeo dal lontano 1993.
Nico Bastone
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